Sicilia, Ast si mette a dieta: nel piano industriale ridimensionamenti

L’Ast si mette a dieta, nel piano industriale previsti ridimensionamenti

Aricò: "Azienda più efficiente e salvaguardia dei lavoratori"
TRASPORTI
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PALERMO – Tre milioni di chilometri in meno da percorrere e un impegno più calibrato sulle reali possibilità operative dell’azienda. Il piano industriale di Ast è pronto ed è sul tavolo degli assessorati all’Economia e alle Infrastrutture per le rispettive valutazioni. Si inizia a intravedere così quale potrebbe essere il futuro della storica Azienda siciliana trasporti. L’intenzione della Regione sembra essere quella di portare il compito di Ast al livello della sua dotazione mezzi: necessario quindi tagliare i chilometri che la Partecipata regionale non riesce a coprire.

La sforbiciata sui chilometri di Ast

Al taglio di tre milioni di chilometri contenuto nel Piano industriale realizzato dall’attuale governance a guida Giovanni Giammarva, però, si potrebbe aggiungere una ulteriore sforbiciata proveniente dalla dismissione delle poche linee urbane che erano ancora esistenti nel portafoglio clienti dell’azienda. Si tratta di 13 servizi in città medio-piccole della Sicilia eliminati progressivamente perché avrebbero prodotto perdite considerevoli che pesano sul bilancio di Ast. Nel piano anche la completa sostituzione dei mezzi entro cinque anni.

Aricò: “Rilancio e salvaguardia dei lavoratori”

Si pensa quindi a una riduzione dei chilometri percorsi. Una mossa che, nelle intenzioni della Regione, dovrebbe consentire all’azienda di rimettersi in carreggiata evitando i disagi registrati nei mesi scorsi. “Il rilancio dell’Ast prevederà il mantenimento dei livelli occupazionali e l’efficientamento del lavoro svolto, anche se dovesse esserci una piccola rideterminazione del servizio”, assicura l’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò.

Il nuovo bando trasporti e il ruolo di Ast

All’orizzonte c’è il nuovo bando che sul trasporto pubblico locale, con il quale si affideranno ai privati molte linee di collegamento. In assessorato si sta lavorando in queste settimane, mappe alla mano, per provare a incastrare i collegamenti su gomma con quelli ferroviari e cercare di capire dove sarebbe possibile fare a meno del trasporto su autobus grazie alla presenza dei treni. Un lavoro di razionalizzazione certosino e non semplice, sulla base del quale in estate saranno poi realizzati i vari lotti del bando. Resta da chiarire quali saranno le potenzialità di Ast: se avrà la forza di competere sul mercato o se si procederà con l’affidamento in house delle tratte meno appetibili del trasporto pubblico locale. Quest’ultima operazione, vista la proprietà unica in mano alla Regione, consentirebbe di dribblare i vincoli dettati dalle regole sulla concorrenza del mercato.

Giammarva e Parlavecchio a fine mandato

Nella nuova fase di Ast non ci sarà Giammarva. L’attale presidente del Cda è ormai alla fine del suo mandato a titolo gratuito durato un anno, così come il direttore Generale Mario Parlavecchio ormai in pensione, e così non ci saranno le dimissioni ventilate. Entrambi lasceranno ad aprile ma intanto spunta una nota dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, rivelata da una interrogazione del deputato nazionale del Pd Anthony Barbagallo: il segretario dei dem siciliani cita la nota e parla di posizioni “illegittime” per via di una norma del 2001: quella legge prevede “che nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, i dipendenti pubblici non possano essere assunti – è il contenuto dell’interrogazione – o svolgere incarichi per gli stessi privati oggetto dei loro precedenti provvedimenti”.

L’Ast sul tavolo della commissione Trasporti

Il nodo dell’Ast è stato poi al centro di una seduta della commissione Trasporti dell’Assemblea regionale siciliana. A Palazzo dei Normanni sono giunti Giammarva e Aricò. Sul tavolo la mancata approvazione dei bilanci 2020-2021 e 2021-2022 (nei quali sono state registrate perdite per circa 14 milioni di euro) contestata dai commissari al presidente del Cda. Giammarva, che in quegli anni non era alla guida dell’azienda, ha fatto presente che i documenti sono stati adottati dal Consiglio d’amministrazione ma non approvati dall’assemblea dei soci nonostante diverse convocazioni. Il presidente dell’Ast, inoltre, ha illustrato alcuni dati provenienti da un primo monitoraggio sui conti del 2023 dal quale si evince una inversione di tendenza che ha fatto emergere un utile di circa tre milioni di euro.

Deputati sul chi va là

La scelta del socio unico Regione di non partecipare all’assemblea per l’approvazione dei vecchi bilanci è stata giustificata da Aricò con la necessità da parte del governo di conoscere prima il piano industriale dell’azienda per comprendere quindi quali siano le reali prospettive di Ast. Il sospetto di molti deputati presenti in commissione è che il governo, nonostante le rassicurazioni, intenda porre fine alla storia dell’azienda. “Da un lato dicono di volerla salvare e trasformarla, capitalizzando, in società in house providing, dall’altra l’operato ci conferma che gli intenti sono di smantellarla o comunque depotenziarla affidando le tratte ai privati”, è stata la sottolineatura delle deputate M5s Stefania Campo e Roberta Schillaci. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il parlamentare Scn Giuseppe Lombardo e perplessità sono arrivate anche dal dem Tiziano Spada. Il tutto senza considerare l’atteggiamento decisamente guardingo assunto dal Mpa sul fronte della maggioranza.


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