Pisa, preside non accetta il cambio nome da Giulia a Geremia: scuola occupata - Live Sicilia

Pisa, preside non accetta il cambio nome da Giulia a Geremia: scuola occupata

Gli studenti: “Vogliamo che la nostra scuola faccia di tutto per aiutarlo nel suo percorso“

PISA – Non si sentiva a suo agio nel corpo di Giulia (nome di fantasia) così una ragazza di Pisa, che frequenta il liceo scientifico Ulisse Dini, ha stabilito che per affrontare al sua vita si farà chiamare Geremia.

Da parte dei genitori è arrivato il sostegno e lei ha chiesto alla scuola di attivare una carriera alias, cioè la possibilità di essere iscritti all’istituto con un nome diverso da quello anagrafico. Davanti alle titubanze dell’istituto, gli studenti hanno risposto con grande solidarietà che ha portato all’occupazione delle aule. Il liceo scientifico Ulisse Dini di Pisa – uno dei più grandi della città e uno dei più quotati a livello nazionale – è occupato da martedì scorso e ora la preside Adriana Piccigallo appare decisa a venire incontro alle esigenze dell’alunno.

A raccontare una versione della storia è la voce di Samuele Badalassi, uno dei rappresentanti di istituto. “La nostra – racconta lo studente a La Stampa – è una scuola molto grande e non ci conosciamo tutti. Ma quando Geremia, che frequenta la quarta, ci ha raccontato la sua storia abbiamo deciso che dovevamo fare subito qualcosa“. I ragazzi hanno chiesto un incontro con la preside. “Ci ha detto che la scuola non era pronta per iniziare questo percorso“.

“Vogliamo che Geremia possa sentirsi a suo agio con la sua scelta. E vogliamo che la nostra scuola faccia di tutto per aiutarlo nel suo percorso che certo non sarà stato facile – ha continuato il rappresentante di istituto -. La maggior parte dei professori appoggia la sua scelta, solo qualcuno di loro ha una mentalità più antiquata. Ma le idee che ledono la libertà degli altri non vanno bene, giusto?“.

La presidente, dopo la titubanza iniziale, è pronta a cambiare idea: “Dopo aver coinvolto il suo consiglio di classe – sostiene – i cui insegnanti usano il nome da lui scelto, abbiamo in programma di studiare la carriera alias attraverso il nostro referente del progetto sugli stereotipi di genere, per poi presentarla al collegio docenti. C’era già un accordo con i rappresentanti di istituto che mi avevano chiesto di attivare questo percorso“.

“La mia perplessità – ha continuato la dirigente – era solo nei tempi e nei modi, proprio perché sapevo che questo tipo di percorso era una novità assoluta. Io stessa non ne ero a conoscenza. La delicatezza dell’argomento mi aveva fatto propendere per la riservatezza, mentre invece per quel ragazzo era importante diffondere la sua situazione“.


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