PALERMO – Al suo interno lavorano oltre 350 persone. E lavorano alle dipendenze di un ente pubblico. Un ente in mezzo alla bufera perché al centro, come altri otto, di riforme e controriforme, di correzioni del tiro e di ripensamenti, ma pubblico e destinato a rimanere tale. Eppure nel mega-polo di San Lorenzo che ospita l’ex Provincia di Palermo, ma anche le sedi del Provveditorato agli studi di Palermo e dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente, le regole antincendio non vengono rispettate. All’ex-Provincia se ne sono accorti, come rivela il nuovo numero di “S”, in una circostanza d’emergenza: quando, circa un anno fa, i vigili del fuoco sono entrati nella mega-struttura per domare un incendio provocato da un corto circuito e che ha danneggiato una parte della struttura.
Alla fine, nel verbale redatto dai vigili del fuoco, le violazioni erano evidenti, nero su bianco: dal mancato rinnovo periodico del certificato antincendio per l’autorimessa e per il gruppo elettrogeno all’assenza di maniglioni antipanico in diverse porte d’emergenza, fino ad arrivare all’irregolarità della “manutenzione degli impianti di protezione attiva”. Da allora l’intervento non è ancora stato effettuato: “Abbiamo tracciato le linee guida del progetto di messa in sicurezza della struttura – dice – e le abbiamo inviate al comando dei vigili del fuoco”. Dai quali, sostiene Munafò, adesso si attende una risposta: “In base alla loro replica – aggiunge il commissario dell’ex Provincia – sarà redatto il progetto vero e proprio, entro 180 giorni dall’invio della replica delle fiamme rosse”. Cioè, nella migliore delle ipotesi, a luglio.
La situazione più allarmante, però, riguarda le scuole. Alla Provincia la legge affida la competenze sulle scuole superiori, che nel Palermitano sono 70, “spalmate” in 134 edifici fra sedi centrali, distaccate e succursali. La spesa, nel 2009, ammontava a oltre 15 milioni di euro, mentre nel 2014 i fondi a disposizione sono stati circa 2 milioni. Prendete una calcolatrice in mano: il risultato è meno di 15 mila euro a edificio. Per occuparsi della manutenzione chiavi in mano: dal vetro rotto ai sistemi di sicurezza, fino ai ripristini strutturali e, appunto, alle misure antincendio.
E Munafò che la manutenzione periodica degli impianti obbligatoria per legge non venga effettuata con regolarità è pronto a dirlo esplicitamente: “Il bilancio della Provincia è una coperta troppo corta – ammette Munafò – vorremmo arrivare a fare tutto, ma con i trasferimenti ridotti al lumicino troppi obblighi rimangono inevasi. Non saprei fare una stima di quanti istituti siano effettivamente in regola con le norme antincendio, ma di certo con queste risorse non si può arrivare a far tutto”.