PALERMO – “Dobbiamo porre un freno a quello che è diventato un vero e proprio aggiramento della legge: quegli affidamenti diretti alle società che svolgono l’assistenza tecnica che ormai questo governo ha reso un suo costante modus operandi”. Dopo il caos scoppiato sul Piano giovani, la rete degli affidamenti diretti si infittisce sempre di più. Stavolta è toccato a Marco Falcone, capogruppo all’Ars di Forza Italia, denunciare quello che per lui è “l’ennesimo caso”. Ma il Piano giovani non c’entra.
Oggi la lente di ingrandimento si è posata sulle società che offrono assistenza tecnica, ad esempio, per il monitoraggio dei fondi europei o – come in questo caso – per la gestione delle irregolarità e dei controlli sulla spesa comunitaria. Il decreto che ha indignato il capogruppo forzista risale al 12 dicembre 2013 ed era stato emanato dalla presidenza della Regione con l’obiettivo di trovare (appunto) 21 consulenti esperti nel settore. Come scritto nel decreto, questa selezione sarebbe avvenuta “estraendo” gli esperti dalla banca dati degli esperti di Pubbliche amministrazioni tenuta dalla presidenza del Consiglio e dal ministero della Funzione pubblica.
La selezione di queste figure, però, il bando ha previsto venisse fatta dal Formez, e non dalla Regione. Proprio la società esterna ha stilato la graduatoria finale (qui il decreto) lo scorso 28 luglio. Il dipartimento della Programmazione si è occupato di sottoscrivere i contratti con i ventuno consulenti. Ognuno di loro – ha scritto Falcone in una nota – avrà un incarico con scadenza 30 novembre 2015 e prenderà (a seconda degli anni di esperienza) fino a 380 euro al giorno: 150 euro per i consulenti con esperienza superiore ad un anno, 200 per quelli con esperienza superiore a tre anni, 300 per chi lavora nel settore da più di cinque anni e, infine, 380 per chi lo fa da oltre dieci anni.
Tutto per un totale di quasi 813.000 euro che pagherà la Regione, più il costo della convenzione con il Formez che era già stata stipulata dopo la scadenza del contratto con un’altra società, la Ernst & Young. Per Falcone, però, “pagare ben 380 euro al giorno per prestazioni di supporto per un periodo di 18 mesi è un vero e proprio scandalo che offende non solo tutti i dipendenti regionali, molte volte destinatari di attacchi, anche sconsiderati, per i loro stipendi, ma mortifica soprattutto i tanti giovani che credono ancora nei principi di trasparenza e meritocrazia. E’ un atto che grida vendetta”.