Gli incontri nel piazzale del sesso | Il poliziotto e la baby squillo - Live Sicilia

Gli incontri nel piazzale del sesso | Il poliziotto e la baby squillo

L'agente e un avvocato raccontano ai magistrati i loro incontri con la ragazza minorenne.

PALERMO Piazzale Giotto, a Palermo, è un crocevia del sesso. Le coppie arrivano, si appartano e consumano rapporti. Spesso con degli sconosciuti. È un punto di incontro per chi cerca esperienze fuori dagli schemi.

Il poliziotto tirato in ballo dalla baby squillo lo ricostruisce come se fosse la normalità. Ad ascoltarlo il pubblico ministero Claudio Camilleri e una collega. Perché ad interrogarlo c’è anche Rosaria Maida, capo della sezione reati contro i minorenni della Squadra mobile. Lo hanno convocato assieme all’avvocato che ha consumato “venticinque rapporti” con la minorenne nel suo studio in centro città. Non immaginava certo che avesse di fronte una sedicenne, dice per difendersi, accompagnato da un avvocato che ha l’imbarazzo di essere anche parente dell’indagato.

Dopo di lui tocca al poliziotto, accompagnato dagli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano. Tutto sarebbe iniziato per caso. Il poliziotto arriva in auto e vede un ragazzo e una ragazza dentro un’altra macchina. Si scambiano dei sorrisi. Scende il ragazzo e si avvicina all’agente. Gli propone di fare sesso con la sua fidanzata che lo trova molto attraente. La loro, dice, è una coppia aperta. Quella sera non vanno oltre. Si scambiano i numeri di cellulare. I contatti diventano frequenti nei giorni successivi. E scatta l’appuntamento, sempre al piazzale Giotto.

La proposta è strana. Walter, così si fa chiamare l’uomo che sarà poi identificato in Francesco Nicolicchia e arrestato per sfruttamento della prostituzione, vuole che faccia sesso sul sedile posteriore, mentre lui guarda dallo specchietto retrovisore. Il poliziotto non accetta. Il rapporto orale viene consumato mentre sono da soli in macchina. Walter li affianca, ma a bordo della sua auto. Alla fine gli chiede un regalo – 50 euro – per la baby squillo che si fa chiamare Naomi. Il poliziotto si rifiuta di pagare. Non credeva che si trattasse di un incontro a pagamento. E va via.

Nei giorni successivi iniziano le telefonate. Walter lascia intendere che vuole essere pagato. Si rivedono tutti e tre. Il poliziotto e la sedicenne consumano un nuovo rapporto e per farla finita lui le lancia poche decine di euro sul cruscotto. L’agente non ha mai avuto il dubbio che la ragazza fosse minorenne. Anzi, ne era sicuro perché Walter gli aveva detto che avevano da poco festeggiato il diciottesimo compleanno. Il poliziotto non ci sta passare per quello che va a letto con le ragazzine. Dice di essere una persona per bene e se ha sbagliato lo ha fatto in buona fede. Ad una cosa, però tiene particolarmente. La sedicenne mente quando dice di ricordare il suono della radio di servizio. Usava sempre al sua macchina, e mai le auto di servizio e non porta con sé una ricetrasmittente da anni.

 

 

 

 


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