PALERMO – Un giro di prestiti ad usura e l’ombra del ricatto sessuale. È torbido il contesto in cui la squadra mobile di Palermo indaga per scovare il movente dell’omicidio di Antonino Arculeo, trovato morto nella zona di Acquedolci ad Alcamo.
I familiari avevano denunciato la scomparsa dell’anziano di 72 anni dalla sua abitazione di Partinico, in provincia di Palermo. Dopo essere stato assassinato a coltellate, il corpo è stato bruciato.
La Procura di Palermo ha fermato Gioacchino Leto, 35 anni, e Dario Milana, di 47, entrambi di Partinico, prima di passare per competenza il fascicolo ai colleghi di Trapani. Leto ha accusato Milana e ha fatto ritrovare il cadavere. Davanti al pubblico ministero Francesca Mazzocco si è, però, avvalso della facoltà di non rispondere. Milana ha respinto l’accusa, sostenendo di non conoscere Leto.
I poliziotti ritengono che dietro il delitto possa esserci una storia di prestiti a tassi usurari e possibili richieste di pagamento in natura. Pretese non accolte o probabili ricatti che avrebbero armato la mano dei presunti assassini. Su questo contesto torbido indagano i poliziotti della Mobile di Palermo diretti da Antonio Sfameni.