PALERMO – Sono due dei monumenti più famosi di Palermo, posti in centro città e meta ogni anno di centinaia di turisti, eppure cadono letteralmente a pezzi e rischiano di chiudere, totalmente o parzialmente, da qui a breve. Parliamo della Cattedrale e di Porta Nuova, a poco più di 300 metri l’una dall’altra, che per motivi analoghi sono finite al centro di una diatriba tra Sovrintendenza e Comune di cui sono, probabilmente, le “vittime eccellenti”.
Porta Nuova, per esempio, era stata già chiusa lo scorso giugno per il pericolo di caduta di alcuni calcinacci della balaustra e posta sotto sequestro, con conseguenti traffico in tilt e disagi per residenti e commercianti. Una situazione di emergenza a cui si era ovviato con alcune protezioni del prospetto montate a spese del Comando Militare dell’Esercito che è il responsabile del monumento. Ma il giudice aveva anche imposto di eseguire i lavori di messa in sicurezza entro il 31 dicembre di quest’anno, cosa che al momento non è avvenuta. “Il Comando militare ha finora affittato la mantovana – dice Lina Bellanca della Sovrintendenza di Palermo – adesso o trovano i fondi per acquistarla e mantenerla, oppure a dicembre la Porta verrà chiusa. Sono anni che cerchiamo di ottenere un finanziamento ma senza riuscirci, e non abbiamo la speranza che qualcosa possa cambiare. Il nostro dirigente generale ha anche chiesto l’intervento della Protezione civile e di altri enti preposti, ma non ha ottenuto risposta”. La Sovrintendenza aveva pensato, così, di ricorrere a un bando per cercare uno sponsor privato che sostenesse i centomila euro necessari in cambio dell’affissione di una pubblicità, ma dopo il caso-Cattedrale ha dovuto fermare tutto e scrivere al Comune per chiedere di accelerare sul relativo regolamento, la cui mancanza ha comportato lo stop. “Non vogliamo trovarci in difficoltà – continua l’architetto – ma il rischio è di trovare uno sponsor e che poi questo non possa procedere. Il Comune ci dice che manca il piano per la pubblicità, ma la città è piena di cartelloni, siamo rimasti sorpresi”.
“La cifra di 100mila euro paventata dalla Sovrintendenza la ritengo esigua per una completa messa in sicurezza del varco – dice il colonnello Virgilio Savarino del Comando Militare – noi il nostro lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo con una costante azione di monitoraggio delle imbragature poste sei mesi fa. Il giudice aveva fissato per il 31 dicembre il termine ultimo per l’inizio dei lavori ma nell’intervallo di tempo trascorso – conclude Savarino – non abbiamo ricevuto alcuna risposta nè dalla Regione, nè tantomeno dalla Sovrintendenza. Il rischio che la strada venga chiusa per noi non c’è ma, si va di sicuro verso una proroga di altri sei mesi che servirà certo a poco”.
Proroga che però, secondo la Sovrintendenza, non sarebbe invece così certa. E mentre continua il rimpallo di responsabilità, la Porta rischia di chiudere sul serio prima o poi. “Se il Comune dovesse chiudere nuovamente la strada metterebbe in ginocchio le ultime attività che ancora reggono – afferma Giacomo Raro, commerciante della zona – perchè l’amministrazione non trova il modo di sfruttare i fondi messi a disposizione dalle pubblicità per restaurare Porta Nuova?”.
Altro spinoso capitolo quello della Cattedrale e in particolar modo del suo portico che dà su corso Vittorio Emanuele. Fra alcune settimane dovrebbe essere smontato il ponteggio che lo ripara dalla pioggia, ma appena tolto l’ingresso sarà nuovamente pericoloso. La pioggia, infatti, bagna la facciata e una volta evaporata lascia dei sali che danneggiano la struttura, tanto da provocarne anche dei distacchi e il danneggiamento dell’albero della vita e dei mosaici, due delle poche testimonianze delle origini normanne della chiesa. “Esiste un progetto di recupero dell’intero complesso che costerebbe nove milioni – dice Gaetano Renda, direttore dell’ufficio beni culturali della Curia – mentre i lavori per il portico ammontano a 150mila euro. Abbiamo chiesto soldi a tutti, anche al Comune, ma senza risposta”. “E’ vero, i soldi non ci sono – dice l’assessore Agata Bazzi – ma stiamo accelerando al massimo sul regolamento per la pubblicità”.
Il parroco, don Filippo Sarullo, ha annunciato di essere intenzionato a chiudere il portico: la Cattedrale sarebbe ugualmente accessibile da via dell’Incoronazione, che però resta una via secondaria e poco agevole per le centinaia di persone che affolleranno il duomo nelle festività e anche dopo. “Ci sono altri ingressi in Cattedrale, ma quello ordinario non è opportuno che rimanga aperto senza le impalcature – conferma la Bellanca – il capitolo restauri del bilancio regionale è a zero da due anni”.