Porticciolo di Ognina, vicenda infinita: il Cga e il parziale dietrofront

Porticciolo di Ognina, vicenda infinita: il Cga e il parziale dietrofront

Potranno ripartire i lavori di ampliamento: ecco cosa sta accadendo

CATANIA – Sospensione sì, ma solo per quel che riguarda il molo. Potranno ripartire i lavori di ampliamento nel Porticciolo di Ognina, concessi dalla Regione alla Tortuga Srl per allargare il porto turistico.

La vicenda del Porticciolo di Ognina

Lo ha stabilito il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana. In un’ordinanza emessa il 22 luglio scorso nella quale, di fatto, viene accolta l’istanza presentata dalla Tortuga srl il 16 giugno del 2025. Nella quale la ditta concessionaria del Porticciolo rappresentava “Che la portata precettiva dell’ordinanza cautelare di questo C.g.a.r.s. n. 172 del 9 giugno 2025 «non risulta chiara all’appellata la Tortuga s.r.l. Non apparendo riguardare anche gli specchi acquei concessi», chiedendo dunque che “la predetta ordinanza venga eseguita limitatamente agli interventi previsti sul molo antico”.

L’ordinanza

Nell’ordinanza, dunque, il Cga modifica quanto espresso in precedenza, lo scorso 9 giugno, dopo il ricorso presentato da alcuni soggetti tra cui Legambiente e il Circolo Canottieri Ionica, dando così via libera alle opere per la realizzazione degli approdi turistici, “Ritenuto – si legge nel documento – che la portata precettiva della predetta ordinanza debba essere valutata in base alla ratio della misura cautelare, concessa ai fini della salvaguardia dell’integrità dei moli fissi, nelle more della decisione di merito sull’appello, con conseguente esclusione, dalla portata precettiva della misura cautelare, degli specchi acquei e dei pontili galleggianti, pur se ancorati a quelli fissi o al fondale”.

Il molo e gli “altri interventi”

Un linguaggio di manzoniana memoria per dire che, eccezion fatta del molo e del previsto taglio, altre attività potranno essere svolte, nonostante, nella prima pronuncia, i giudici avessero messo in discussione il parere della Sovrintendenza ai Beni culturali “privo di adeguata motivazione e per taluni profili finanche contraddittorio, ove si tenga conto dell’indiscussa valenza storico – culturale del sito (borgo marinaro le cui origini risalgono all’VII secolo A.C.), riconosciuta nel medesimo parere e della natura degli interventi previsti (eliminazione di una parte del molo antico)” – si legge.

E nonostante, nell’ordinanza di giugno, i giudici avessero sottolineato anche come “assume in questa sede rilevanza anche la conclusione del concorso di progettazione indetto dal Comune di Catania per la riqualificazione dell’area interessata dalla estensione della concessione demaniale marittima oggetto di gravame”.

“Strascichi giudiziari”

Una batosta per chi, Legambiente, il Circolo Canottieri Ionica e gli altri soggetti che sin da subito avevano levato gli scudi per la salvaguardia del porticciolo di Ognina. Che, comunque, assicurano che la questione non finirà qui.

“A una prima lettura – commenta l’avvocato Elio Guarnaccia, difensore di Legambiente Catania – questo nuovo provvedimento si spinge ben oltre un mero chiarimento dei contenuti della prima ordinanza. Esso opera un vero e proprio dietro front, una massiccia riforma, un ridimensionamento, della prima decisione cautelare.

L’ordinanza di oggi infatti non sospende più, a monte, l’atto amministrativo impugnato in primo grado, ma, a valle, solo alcune attività ad esso connesse e consequenziali. E ciò rischiando di ingenerare -questa volta sì- inediti dubbi interpretativi della misura cautelare concessa, e in definitiva di depotenziarne alla radice l’effettività, con inevitabili ulteriori strascichi giudiziari”.


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