PALERMO – C’è un ragazzo con un cappellino in piazza Sturzo, chiede agli automobilisti se cercano parcheggio. “Sta sostituendo il posteggiatore che è stato arrestato l’altro giorno”, dice una donna che abita in via Ammiraglio Gravina, a due passi dalla zona in cui un dipendente regionale è stato accoltellato da un abusivo. La vittima, uno dei cinque portieri degli uffici della Programmazione della Regione, non è al lavoro. Si trova a casa, colpito con un tagliabalsa ha riportato ferite al torace, alle labbra, all’addome e sarà a riposo almeno fino a lunedì.
“Carlo è a casa con la sua famiglia – dice Giovanni, un collega del portiere aggredito – sua moglie e i suoi figli si sono preoccupati molto per quello che è successo, un episodio assurdo, che li ha turbati psicologicamente”. Già, perché oltre alle ferite fisiche, ci saranno quelle morali da guarire: “Quando succede una cosa del genere – prosegue un altro portiere degli uffici che si trovano in piazza Sturzo – ci si rende conto di quanto una semplice discussione possa degenerare e delle conseguenze gravi di un fenomeno diffuso ormai in ogni angolo della città”. “Sì – aggiunge una donna vicino all’area di parcheggio – i posteggiatori sono ovunque, ma qui sono particolarmente arroganti. Guardi, nonostante ci siano le strisce blu ce n’è uno da ogni lato della piazza, pronti a minacciare in caso di mancato pagamento”.
E sono state proprio le minacce e gli insulti, due giorni fa, a far sfiorare la tragedia. La vittima, di 53 anni, aveva appena fatto entrare le auto di due dipendenti regionali nel parcheggio riservato agli addetti alla Programmazione: si tratta di una striscia di asfalto che può ospitare massimo dieci mezzi. “Di solito – dice uno degli addetti al portierato – se ci sono posti liberi, facciamo posteggiare qui chi lavora negli uffici, ma Lo Nardo è andato su tutte le furie perché quel giorno Carlo non gli ha permesso di guadagnare il solito euro a macchina”.
Maurizio Lo Nardo, 48enne del Borgo Vecchio, si trova adesso agli arresti domiciliari nella sua abitazione che si trova in una traversa della piazza. La condanna ammonta a cinque mesi, ma c’è già chi scommette di rivederlo in strada molto prima: “Lo conosco da quando eravamo giovani – racconta un altro dipendente degli uffici regionali – ha una moglie, tre figli, è un ex Pip. La sua situazione economica è molto complicata, fa il posteggiatore per dare da mangiare ai suoi figli, ma nulla giustifica il suo atteggiamento. E’ spesso arrogante – aggiunge – e più di una volta chi viene in ufficio ci ha riferito di essere stato minacciato dopo essersi rifiutato di pagarlo. Qualcuno mi ha detto che chiede i soldi con insistenza. Era inevitabile che succedesse qualcosa, ma ci dispiace che nel mirino sia finito il nostro collega. Adesso non ci resta che aspettarlo a braccia aperte”.