Porto, nuova darsena e waterfront: "Ma i documenti dove sono?" - Live Sicilia

Porto, nuova darsena e waterfront: “Ma i documenti dove sono?”

In Consiglio si discute del piano regolatore portuale

CATANIA – Dividere il porto di Catania in due aree, connesse ma nettamente separate: la zona commerciale, a sud; e quella turistica, a nord. Il futuro del waterfront del capoluogo etneo sta per buona parte nel piano regolatore in elaborazione dall’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia orientale. Un documento i cui elementi principali sono già stati anticipati: una nuova darsena sotto alla Stazione centrale di Catania; un accesso interrato destinato ai camion all’altezza dell’imbocco della tangenziale; un sistema di fitodepurazione e “rinaturalizzazione” della foce del torrente Acquicella.

La parola chiave usata dal presidente dell’Autorità portuale Francesco Di Sarcina è “aprire”. Lo dice spesso nel suo discorso, durante la seduta del Consiglio comunale di ieri sera, a Palazzo degli elefanti, convocata su richiesta diretta del sindaco di Catania Enrico Trantino. Il primo cittadino fa gli onori di casa e poi lascia la parola a Di Sarcina e ai tecnici dell’Autorità portuale catanese. Su uno schermo scorrono tre slide: lo stato attuale del porto, lo stato futuro (con le funzioni individuate), i nuovi confini.

La nuova darsena a nord

La modifica più importante è stata anticipata settimane fa, in esclusiva, da LiveSicilia: il progetto è di creare una nuova darsena alla Scogliera d’armisi. Un molo dedicato ai grandi yacht, alle barche a vela, alle grandi navi turistiche che, negli auspici delle autorità, dovrebbero sempre più approdare all’ombra dell’Etna. Nelle slide mostrate dall’Autorità portuale, si vede chiaramente la formazione di tre nuovi specchi acquei, quelli più vicini al tessuto urbano, da destinare a funzionalità “compatibili con la fruizione dei cittadini”. E cioè: i camion e le operazioni logistiche si svolgeranno da tutt’altra parte. Da quella della Playa, soprattutto.

In un video di cinque minuti, i render mostrano nuove banchine, percorsi agevoli, l’Etna che svetta sulle elaborazioni grafiche. Ma non c’è altro. Il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi aveva chiesto, giorni fa, l’acquisizione della documentazione tecnica per favorire un dibattito puntuale. Non è arrivato niente. Nemmeno il Power point presentato in aula consiliare. È su questo che battono quasi tutti gli interventi dei senatori cittadini: il capogruppo del Partito democratico Maurizio Caserta, il capogruppo del Gruppo misto Graziano Bonaccorsi (M5s), l’autonomista Orazio Grasso, la pentastellata Gianina Ciancio, il democratico Damien Bonaccorsi.

L’assenza di documenti

L’assenza di documenti, condannata unanimemente, lascia lo spazio all’altro tema di conflitto politico: “Il porto, per non essere declassato, non deve restare di carattere commerciale. Deve restare di vocazione nazionale o internazionale, che è diverso”, sottolinea Graziano Bonaccorsi. E la consigliera Ciancio gli dà manforte: “Questo progetto rappresenta un’opportunità mancata – sottolinea – perché la scelta di mantenere una parte commerciale a Catania, a mio avviso, rappresenta un grande errore politico”. Da giustificare anche coi numeri, aggiunge Maurizio Caserta: “Tra i porti commerciali, Catania non è nemmeno tra i primi quindici d’Italia“.

La maggioranza silenziosa

La difesa d’ufficio dell’amministrazione e di questa seduta di Consiglio comunale, che molti suggeriscono avrebbe potuto trasformarsi in una conferenza stampa, spetta al presidente della commissione Urbanistica, il meloniano Erio Buceti. “Trovo paradossale che quest’aula si lamenti di un momento di confronto e di informazione. I colleghi preferiscono davvero apprendere queste informazioni dalla stampa?”, comincia. Del resto, puntualizza Buceti, non si trattava di una seduta destinata alla votazione di documenti.

“Sarebbe opportuno che questo Consiglio venisse visto non come uno sfogatoio, ma come un’occasione di studio e di dialogo“. Ciononostante, continua il consigliere di maggioranza, bello per quanto potesse essere il video, non è sufficiente. Bisognerà confrontarsi nel merito, sottolinea. E la commissione servirà a questo. La voce della maggioranza si esaurisce con lui. Dal resto degli scranni, i presenti rimasti scelgono il silenzio.


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