Potere e strategie del re dei rifiuti | Caccia al libro mastro di Leonardi - Live Sicilia

Potere e strategie del re dei rifiuti | Caccia al libro mastro di Leonardi

La pista che stanno seguendo gli inquirenti è quella dei fondi neri. I dettagli.

CATANIA – Le cimici della guardia di finanza hanno registrato per mesi gli incontri tra il re dei rifiuti catanese Nino Leonardi, imprenditori, funzionari pubblici e politici. Non a caso le conversazioni contenute nell’ordinanza sono piene di omissis e vige il massimo segreto sugli indagati di un’operazione che potrebbe portare, presto, a nuove rivelazioni.

La pista che stanno seguendo gli inquirenti, manco a dirlo, è quella dei fondi neri. Fino a questo momento hanno sequestrato più di un milione di euro in contanti, nascosti sotto terra, ma c’è qualche frase, captata dalle cimici, che apre scenari importanti, con un solo limite per il pool di magistrati guidati da Carmelo Zuccaro: la competenza territoriale.

L’ODORE DEI SOLDI – Nino Leonardi appare come abile stratega, pronto anche a qualche imbroglio per camuffare il conferimento dei rifiuti e lucrare, ma attento a dare a ciascuno qualcosa. Si tratti di esponenti provenienti da ambienti pericolosi, come anche di funzionari pubblici, stipendiati mensilmente e pagati puntualmente. Uno dei momenti più concitati, immortalato negli atti della magistratura, è quando i finanzieri decidono di fare una perquisizione negli uffici della Sicula Trasporti. Le microspie registrano ogni cosa: “Vattene a casa – dice Leonardi al figlio – prendi la borsa e la levi, prima che fanno la perquisizione”. Poco dopo le cimici piazzate in un’autovettura registrano un nuovo ordine: “Io c’ho un solo problema, a casa, che c’ho quella busta, piena e la voleva levare da casa!”.“Ci deve essere una busta piena piena che gli dovevo mandare a quello!”. Ecco, la prima domanda che si pongono gli inquirenti: chi è “quello”? Quanti sono i soggetti a libro paga del potente signore dei rifiuti?

LE AUTORIZZAZIONI – Un’altra pista investigativa che la Procura di Catania ha iniziato a percorrere è quella che riguarda le autorizzazioni rilasciate alla Sicula Trasporti negli ultimi due anni. Autorizzazioni che, come ha già rilevato la commissione Antimafia, sono state concesse spesso all’insaputa degli uffici. Gaetano Valastro, direttore del Dipartimento Acqua e Rifiuti dal 28 agosto al 31 dicembre 2017 ha detto alla Commissione guidata da Claudio Fava che quell’istruttoria “non mi era stata sottoposta. Quindi non è entrata tra le cose di cui mi ero occupato all’epoca”, mentre il suo successore, e cioè Salvo Cocina, ha detto all’Antimafia che “la pratica era chiaramente pronta. Non ricordo se Valastro non la firmò o per quale motivo…”. Su questo punto, il procuratore Zuccaro è stato molto chiaro: “Abbiamo una profonda conoscenza dell’ottimo lavoro che è stato svolto dalla Commissione Antimafia, il fatto che ci sono funzionari regionali che si dicono o siano realmente incompetenti e non sanno spiegare come determinate autorizzazioni siano state concesse, rappresenta il background dell’attività di indagine che abbiamo fatto nel rispetto della nostra competenza territoriale”.

L’AFFARE – Sul piano regionale c’è un nuovo affare dei Leonardi che ha già acceso gli animi dei pentastellati: il gassificatore che gli imprenditori vorrebbero realizzare in contrada Volpe, tra Catania e Siracusa, in un’area di pregio. Per portare avanti questo progetto, la Sicula Trasporti ha rinnovato il suo management, diventando una Spa, in modo da ottenere l’inserimento nella withe list. Tutto è avvenuto nel febbraio del 2020, mentre le cimici registravano. Leonardi in quel momento temeva possibili misure cautelari personali, ma anche che la magistratura sequestrasse ogni cosa. Per tentare di evitare le conseguenze giudiziarie, Leonardi ha puntato su un personaggio di altissimo profilo politico e istituzionale: il cavaliere di gran croce Vito Branca, scelto dal governo Musumeci come presidente di Riscossione Sicilia e di recente rappresentante della famiglia Ciancio durante la trattativa, con la Procura etnea, per la restituzione dei beni in passato confiscati.

IL CAVALIERE – Branca, da esperto tributarista, dà un consiglio particolare a Leonardi, trasformarla in Spa “affidando i ruoli apicali a soggetti esterni – scrivono i magistrati – in modo tale da alleggerire le responsabilità proprie e dei propri famigliari, che sino a quel momento risultavano personalmente coinvolti nella gestione delle aziende famigliari”. “Branca – si legge ancora negli atti – rassicurava Leonardi sulla validità dei propri suggerimenti e gli diceva che, in caso di necessità, si sarebbe recato personalmente dal giudice per chiedere conto del protrarsi dell’attività svolta dall’autorità giudiziaria nei confronti delle aziende dei Leonardi”. Con la strategia del presidente di Riscossione Sicilia, nominato da un imprenditore come amministratore, “le indagini – scrive il Gip – non avrebbero avuto più ragione di proseguire alla luce della nuova struttura organizzativa che le medesime aziende stavano per adottare”.

IL NUOVO ASSETTO – Col nuovo assetto societario Branca diventa Presidente del Cda, Antonino Leonardi vice presidente e Carmine Spina consigliere. Secondo gli inquirenti “la trasformazione della società “è fittizia” e avrebbe “lo scopo di eludere possibili interventi repressivi”. A confermarlo sarebbero le intercettazioni. Ma c’è di più. L’Spa sarebbe nata “allo scopo di consentire agli indagati di godere dei proventi illeciti, attribuendo alle operazioni una parvenza di legalità”. Subito dopo la costituzione della Spa, infatti, uno dei primi atti del Cda è stato quello di “approvare il prelievo dei conti bancari della Sicula Trasporti, con l’assegnazione ai tre soci di un milione di euro ciascuno. “Vi è così la plateale dimostrazione – aggiungono i magistrati – che gli indagati, attraverso una trasformazione societaria di facciata implicante anche l’aumento del capitale sociale, si stanno dividendo denaro contante più facile da fare sparire”.

A cosa servirebbe il milioncino che ciascun Leonardi riesce a incassare? La finanza trascrive una intercettazione: “Con uno a testa si pagano le tasse”, dice Leonardi. Poi il re dei rifiuti aggiunge: “Giorno otto mi dovrei vedere con l’avvocato che abbiamo una cosa, una conferenza con Branca, perché io gli ho detto i soldi…ci sono qua da prendere”. Gli inquirenti annotano che Leonardi sta parlando dell’assemblea del Cda avvenuta l’8 maggio, durante la quale è stata approvata la distribuzione del contante. Poi c’è un taglio netto sulla pagina, una riga che segna l’omissione di ulteriori particolari.


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