POZZALLO (RAGUSA) – Sette egiziani, compreso un minorenne, sono stati fermati dalla squadra mobile della Questura di Ragusa perché ritenuti gli scafisti del natante, con 281 persone a bordo soccorso in mare da una nave militare che ha poi sbarcato i migranti ieri a Pozzallo. Tra loro c’è anche un intero nucleo familiare: il padre, ritenuto il ‘comandante’, e tre suoi figli, uno dei quali ha 14 anni. Tutti sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
“State tranquilli, qui in Italia non ci succederà alcunché, ci staremo pochi giorni e poi saremo fuori…”. Così il figlio maggiore del ‘comandante’, considerato il ‘raìs’ dell’organizzazione, ha rassicurato gli altre sette scafisti, compreso suo padre e due fratelli più piccoli, uno dei quali ha 14 anni, mentre la squadra mobile della Questura di Ragusa li stava fermando nell’ambito delle indagini sull’arrivo, ieri a Pozzallo, di 281 migranti. L’episodio è avvenuto a conclusione della lettura del verbale di fermo che, per legge, è stato tradotto dall’italiano ed è stato letto loro in arabo. Vista della tensione tra i componenti del suo gruppo, il ‘raìs’ li ha tranquillizzati: “siamo in Italia, tra pochi giorni – ha detto loro – torneremo liberi…”.