PALERMO – Risalgono a due anni prima della sua elezione a presidente della Dc siciliana, avvenuta all’unanimità il 27 giugno di quest’anno in una convention a Siracusa, i rapporti di Laura Abbadessa col partito di Totò Cuffaro, sul quale pende la richiesta di arresto della Procura di Palermo per associazione a delinquere, corruzione e turbativa.
Dagli atti ufficiali del dipartimento dell’assessorato alla Famiglia guidato da Nuccia Albano, espressione della Dc nel governo Schifani, emerge – così come riportato dall’Ansa – che l’avvocato Abbadessa ha avuto rapporti di consulenza firmati proprio da Albano a partire dal marzo del 2023 e fino a quest’anno.
“Consulenza per lo studio e l’approfondimento delle tematiche relative al riordino degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (Ipab), con particolare riguardo alle materie inerenti gli aspetti patrimoniali, l’anagrafe del personale dipendente e le connesse problematiche, nonché i processi di integrazione socio-sanitaria” si legge nel contratto protocollato con decreto del 31 marzo del 2023 fa, a firma dell’assessore Nuccia Albano.
Un contratto oneroso da 2.065,83 euro al mese più Iva per sei mesi, poi con importi ridotti perché adeguati a un terzo dei corrispettivi dei dirigenti regionali, e rinnovato di volta in volta sempre per sei mesi, come emerge dalle fatture emesse e pagate dall’amministrazione regionale.
L’ultima fattura emessa risale al primo settembre di quest’anno, nove giorni dopo, era il 10 settembre, la firma del decreto da parte dell’assessore Albano che autorizza il pagamento. All’epoca Abbadessa da tre mesi era presidente della Dc in Sicilia.
La lettera di Laura Abbadessa
“Ho scelto di fare parte della Democrazia cristiana perché provengo da una tradizione familiare democristiana. Mi è stato chiesto, e io stessa a dire il vero mi sono domandata: ma proprio nel partito di Totò Cuffaro? Non lo conoscevo personalmente ma, come tutti, conoscevo le gravi vicende che lo hanno riguardato.
Ho creduto che i trascorsi di un politico come lui, che ha patito la sofferenza del carcere e ha conosciuto l’errore e la caduta, costituissero la migliore garanzia per non tornare a sbagliare”. Lo scrive in un intervento su Repubblica-Palermo l’avvocata Laura Abbadessa. presidente (come detto) della Dc e moglie del magistrato Massimo Russo, ex assessore regionale alla Sanità nell’allora governo di Raffaele Lombardo.
“Ingenua? Forse. In ogni caso, rivendico il diritto all’ingenuità buona – aggiunge -. Rigetto con fermezza ogni utilizzo malizioso o strumentale della mia elezione a presidente della Dc, ricondotto interessatamente, nelle conversazioni intercettate, a mere e risibili congetture: la mia storia personale e familiare è distinta e non è disponibile per alcuna operazione di scudo o di convenienza.
A Totò Cuffaro, al quale spetterà difendersi nelle sedi opportune, auguro di poter chiarire la propria posizione. Così come agli altri. L’attuale Democrazia cristiana non si incarna in singole persone, ma è una comunità di giovani, di donne e di uomini perbene. Per quello che mi riguarda intendo continuare a impegnarmi per contribuire ad attuare quel cambiamento sistemico della prassi e della classe politica”.

