Presidenze, commissioni, capigruppo: il risiko in Consiglio - Live Sicilia

Presidenze, commissioni, capigruppo: il risiko in Consiglio

Lagalla convoca i partiti per giovedì pomeriggio

PALERMO – Le trattative vanno avanti da giorni perché, chiusa la difficilissima partita della giunta, adesso si apre quella per le poltrone del nuovo consiglio comnunale. La data di insediamento è quella di martedì prossimo, 2 agosto, ma già domani il sindaco Roberto Lagalla chiamerà a raccolta i partiti del centrodestra per fare il punto. Il vertice è fissato per il pomeriggio a Palazzo delle Aquile e sarà la sede ideale per cristalizzare i candidati della maggioranza all’ufficio di presidenza.

Il rebus dei vicepresidenti

Per lo scranno più alto di Sala delle Lapidi è ormai certo il nome di Giulio Tantillo: storico capogruppo di Forza Italia alla sua quinta consiliatura e, in quella che volge al termine, anche vicepresidente d’Aula. Un profilo che ha ricevuto da subito il benestare del primo cittadino e su cui Gianfranco Micciché si è speso in prima persona.

Quella degli azzurri è stata la lista più votata e quindi ha potuto ipotecare la presidenza, mentre è sulle vicepresidenze che potrebbero esserci sorprese. Quella vicaria, che nel 2017 non fu assegnata ma che lo Statuto (mai modificato) invece prevede, sarà appannaggio della maggioranza: Fratelli d’Italia ha optato per la carica di vicesindaco con Carolina Varchi e quindi la seconda poltrona del consiglio andrà alla lista del sindaco. In pole position c’è Salvatore Alotta, che vicepresidente lo è già stato nel 2007, ma ad aver puntato gli occhi sulla carica c’è anche Giuseppe Mancuso che, insieme a Giovanna Rappa, è considerato vicino all’ex deputato Sandro Oliveri e alle comunità evangeliche. Mancuso è stato il secondo più votato e, visto che la poltrona da assessore è andata a Totò Orlando, adesso chiede spazio. Un rompicapo non da poco e che verrà deciso in queste ore: Alotta e Mancuso potrebbero andare ai voti, ma si prospetta anche l’ipotesi di un passo indietro del primo in favore della presidenza di una commissione di peso. “Io ho dato la mia disponibilità a ricoprire ruoli in linea con le mie competenze ed esperienza e farò ciò che è utile per il sindaco e la città”, commenta Alotta.

Ma la battaglia rischia di accendersi anche per l’altra vicepresidenza, quella che per Statuto tocca alle opposizioni. Il centrosinistra ha fatto una prima riunione e il Partito Democratico ha avanzato la candidatura dell’ex deputata Teresa Piccione: un nome che mette tutti d’accordo, anche se il Movimento cinque stelle ha chiesto qualche giorno di riflessione. Il punto è che la crisi a Roma fra grillini e democratici pesa anche a Palermo e, con l’esito delle primarie siciliane in bilico, il rischio è che i pentastellati possano porre un veto su una proposta targata Pd. La Piccione avrebbe comunque i voti per essere eletta, visto che anche la lista di Franco Miceli convergerebbe, ma il segnale politico sarebbe devastante per le opposizioni in Aula.

Una spaccatura in cui potrebbe inserirsi Fabrizio Ferrandelli che, con tre consiglieri oltre se stesso, è l’altra anima delle minoranze, caratterizzata da una maggiore propensione al dialogo con il sindaco Lagalla. Ferrandelli, che a Palermo rappresenta Emma Bonino e Carlo Calenda, non è stato invitato alla riunione del centrosinistra ma la sua posizione potrebbe cambiare in base a quello che succederà in vista delle Politiche: un’eventuale alleanza fra il Pd e Azione potrebbe tradursi in un asse anche a Sala delle Lapidi, mentre una corsa solitaria di Calenda potrebbe invece far propendere Ferrandelli per la vicepresidenza. Il punto restano i numeri, sebbene una possibilità ci sarebbe: il consiglio martedì prossimo voterà infatti prima il presidente e poi, con un’altra chiamata, i vice, ovviamente a scrutinio segreto. La maggioranza potrebbe quindi far convergere i voti su Ferrandelli garantendogli i numeri per battere Teresa Piccione, un po’ come avvenne nel 2012  quando  Leoluca Orlando, eletto insieme a 30 consiglieri di Italia dei Valori, fu determinante per l’elezione di Salvatore Finazzo dell’Udc, fra le proteste del centrodestra. Un azzardo, secondo alcuni, ma che non sarebbe da escludere.

Capigruppo e commissioni

Quasi completata anche la mappa dei capigruppo. La nuova Dc ha già scelto Domenico Bonanno e Fdi ha confermato Francesco Scarpinato, mentre Forza Italia dovrebbe eleggere Gianluca Inzerillo, vicino a Edy Tamajo. La lista Lagalla è orientata sull’elezione di Dario Chinnici, il più votato, mentre per la Lega la scelta dovrebbe ricadere su Alessandro Anello. Il Partito Democratico ha confermato Rosario Arcoleo, il M5s ha scelto Antonino Randazzo mentre non è ancora chiaro se Franco Miceli farà gruppo con gli altri tre eletti della lista o opterà per avere due gruppi separati, un po’ come fece Ferrandelli nella scorsa consiliatura; un efficace escamotage per contare su due persone in conferenza dei capigruppo. Stesso ragionamento si sta facendo tra i ferrandelliani, tenendo anche conto della possibile corsa alla terza poltrona d’Aula.

Definito anche il quadro delle presidenze di commissione: due andranno a Forza Italia, altrettante a Fratelli d’Italia e una a testa per lista del sindaco, nuova Dc e Carroccio. Gli azzurri chiederanno di confermare Ottavio Zacco alle Attività produttive, i meloniani puntato su Fabrizio Ferrara per il Bilancio mentre alla lista Lagalla potrebbe andare l’Urbanistica che sarà protagonista del nuovo Piano regolatore.


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