Una due giorni siciliana si è chiusa ieri per Lucia Azzolina. Tappe a Palermo e nel suo Sud Est. E in entrambe le circostanze, la visita del ministro dell’Istruzione a una scuola vandalizzata. Un segnale di vicinanza dello Stato in uno dei momenti più difficili per la scuola italiana, con le aule vuote da fine febbraio per l’emergenza Covid. “Ai dirigenti scolastici voglio dire che non sono soli, il tavolo regionale in Sicilia sta lavorando molto bene”, ribadisce a Livesicilia la ministra siracusana parlando della sfida della riapertura di settembre, dopo la triste chiusura del lockdown e le preoccupazioni emerse dal mondo della scuola. Azzolina annuncia nuovi interventi anche sul fronte della sicurezza e dell’edilizia scolastica.
Ministro, due visite in due giorni in scuole siciliane prese di mira dai raid. Cosa state facendo per aumentare la sicurezza e prevenire questi episodi?
“Prima a Palermo e poi a Vittoria ho voluto lanciare lo stesso messaggio: non abbandoneremo mai le scuole. In certi contesti più difficili rappresentano un presidio di legalità, sono spesso lo strumento che può aiutare i ragazzi a non perdersi. Offendere la scuola significa offendere lo Stato, non lo permetteremo. Ho portato la mia solidarietà ai dirigenti scolastici, ma anche soluzioni concrete. Abbiamo stilato un primo elenco di dieci scuole che saranno dotate di videocamere di sorveglianza. Non solo: ho annunciato proprio due giorni fa lo stanziamento di 236 milioni di euro per un kit scuola. Significa che le scuole a settembre compreranno libri di testo, zaino e strumenti digitali a circa 750 mila ragazzi di famiglie in difficoltà economica – e molti sono qui al Sud. Anche questo è un modo per combattere la dispersione scolastica”.
Sicurezza vuol dire anche edilizia scolastica. Lo stato di salute delle scuole siciliane qual è? E quali interventi possono migliorarlo?
“In questi mesi, anche in piena emergenza, abbiamo continuato a stanziare risorse per permettere ai dirigenti scolastici di avere a disposizione il necessario per avviare lavori di messi in sicurezza delle loro scuole. Ricordo i 330 milioni di euro di risorse PON per edilizia scolastica da affidare agli enti locali (di cui 30 per la Sicilia, una percentuale importante). Lo scorso 3 luglio ho firmato il decreto per lo stanziamento di 855 milioni per il finanziamento di interventi di manutenzione straordinaria per le scuole secondarie di secondo grado. Il punto debole è il buon utilizzo delle risorse. Per questo, nel decreto scuola abbiamo inserito anche una norma, chiesta dagli Enti locali, per dare ai sindaci poteri commissariali e velocizzare i lavori”.
Cosa emerge dal confronto con i dirigenti? C’è la possibilità di riavviare in piena sicurezza la scuola a settembre?
“La ripresa di settembre rappresenta una sfida sicuramente complessa. Ma l’ottimo risultato degli esami di maturità, che sono stati una prova importante della ripartenza e della ripresa delle attività didattiche in presenza, deve darci forza e fiducia. Ai dirigenti scolastici voglio dire che non sono soli, il tavolo regionale in Sicilia sta lavorando molto bene. Ho trovato grande disponibilità, anche oltre il colore delle forze politiche. È lo spirito giusto perché la scuola è un tema di tutti: lavoriamo e collaboriamo, e remiamo tutti dalla stessa parte”.
La Sicilia potrà mai sperare di avere percentuali di tempo pieno a scuola che si avvicinano a quelle del Nord o resteranno sempre due Italie in questo senso?
“Il tema esiste e va affrontato ma anche in termini culturali e sociali. Al Sud c’è meno richiesta di tempo pieno perché spesso le donne, purtroppo, non lavorano. Dobbiamo favorire l’occupazione, al contempo, promuovere una scuola che sia sempre più aperta, in termini di orari e di relazioni con il territorio. Un centro civico che sia punto di riferimento per la comunità che ci vive intorno”.
Ha voluto visitare anche la sua scuola a Floridia. Cosa vuole dire ai giovani siciliani che hanno oggi l’età che lei aveva allora? E soprattutto, cosa si può fare per dare loro un futuro nella loro terra senza dovere migrare, com’è successo a lei?
“Ho avuto modo di dirlo più volte in questi giorni: lavoro per fare in modo che i ragazzi e le ragazze possano scegliere liberamente di restare in Sicilia. A differenza mia, che ho dovuto lasciare la mia terra per lavoro. Tornare nella mia scuola è stato emozionante. Mi sono seduta al banco del mio ultimo anno, ho abbracciato la docente che mi ha diplomato e ho voluto visitare la biblioteca. Per me, soprattutto quando le lezioni d’estate finivano, la biblioteca della scuola era un rifugio e una risorsa perché a casa mia c’erano pochi libri. Ieri ho ringraziato tutti e ho voluto ribadire che la scuola deve essere ascensore sociale”.