Voglia di centro tra i moderati. Soprattutto quelli del centrodestra che non si sono mai rassegnati a morire leghisti. Il vento di riforma elettorale in senso proporzionale che soffia a Roma smuove le carte e fa riassaporare ai centristi la speranza di uno smarcamento dai sovranisti. E così molto si muove in queste settimane in diverse parti d’Italia. Sicilia compresa.
Centristi a Roma
Ieri, a Roma, complici una serie di impegni istituzionali romani, si sono incrociati per una chiacchierata informale quattro pezzi da novanta della postdemocristianità: il segretario nazionale dell’Udc Lorenzo Cesa, che da oggi è in Sicilia per la campagna elettorale, l’ex ministro e leader di Cantiere popolare Saverio Romano, gli assessori regionali Roberto Lagalla e Mimmo Turano. Un breve incontro, confermato a Livesicilia da una fonte presente.
Cesa: non è stato un incontro
Ma Lorenzo Cesa, dopo l’uscita di questo articolo, chiama Livesicilia e afferma che “non c’è stato un incontro”, dice che ha solo sentito dei centristi siciliani telefonicamente ( i tre sopra citati erano tutti a Roma ieri), solo parlando della possibilità di vedersi nei prossimi giorni.
Il futuro dei moderati
Al netto degli incontri romani, di quelli che qualcuno ricorda e di quelli che qualcuno smentisce, i conciliaboli in questi giorni ci sono, in giro per l’Italia, per ragionare di un futuro dei moderati che allenti l’abbraccio strettissimo con Salvini e Meloni. Che magari resteranno alleati ma non da soci di maggioranza di una coalizione ingessata dalla legge elettorale maggioritaria. I centristi ci pensano e sperano anche nel ritorno delle preferenze, di cui si è tornati a parlare a Roma. Quelle preferenze che sono il piatto forte della casa. Da un pezzo ad esempio, Romano è impegnato su questo fronte, con molte firme raccolte sul tema.
Movimenti forzisti
Molto si muove e non solo in Sicilia. Il Corriere della sera racconta di grandi manovre tra Giovanni Toti e Mara Carfagna, ad esempio. La forzista moderata, che pareva tentata da un dialogo con Carlo Calenda, potrebbe accelerare il percorso col governatore ligure per strutturare quell’area moderata che rimarchi la sua autonomia dalla destra-destra di Salvini e Meloni. Un tempo, in piena sintonia con queste idee in Sicilia c’era Gianfranco Micciché, ma da un po’ il leader di Forza Italia ha smesso di pigiare sull’acceleratore mantenendosi in sintonia con Silvio Berlusconi, molto prudente sull’allentare i rapporti con gli alleati sovranisti.
Riorganizzare un’aera
Nei prossimi giorni una kermesse neocentrista è in calendario a Saint Vincent, organizzata da Gianfranco Rotondi. Sarà un’altra occasione per fare il punto. In Sicilia, i gruppi di Udc e Popolari hanno un loro peso notevole all’Ars e nel governo Musumeci. C’è però da uscire dal Palazzo e riorganizzare un’area. Cesa nella sua due giorni sicula cercherà di spingere le liste dell’Udc, che si sta pesando in diversi comuni col suo simbolo. Anche Romano e Lagalla sono pronti ad attivare i rispettivi movimenti, l’ex rettore magari anche con un occhio a Palermo 2022. E chissà che nella rifondazione centrista non si buttino anche i lombardiani, che dopo un timido annusarsi con la Lega sembrano avere rallentato il percorso di avvicinamento a Salvini e potrebero essere della partita.
Gli altri
Occhio anche dall’altra parte del campo. I renziani di Italia viva già in qualche comune hanno superato il guardo e corrono alle amministrative di domenica e lunedì alleati col centrodestra. Se l’asse tra grillini e Pd, battezzato qualche giorno fa a Termini Imerese da Barbagallo e Cancelleri, davvero si strutturerà per le prossime regionali, bisognerà tenere d’occhio le mosse dei renziani, che di un abbraccio stabile ai grillini non vogliono saperne. Altri possibili interlocutori di quel percorso centrista? Nel quale cerca di farsi spazio anche il partito di Calenda che però più che su una raccolta di ceto politico cerca di fare breccia con battaglie di opinione. La partita per riprendersi il Centro caduto nell’oblio è aperta.