PALERMO – L’ultimo bollettino medico è di pochi giorni fa. E descriveva un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute del boss Bernardo Provenzano, ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma dagli inizi di giugno.
Ora tre procure – Palermo, Caltanissetta e Firenze – hanno dato parere favorevole alla revoca del 41 bis per il capomafia. La decisione finale spetta al ministro della Giustizia. Le recenti note cliniche descrivono il padrino come ”vigile solo se stimolato. Il suo eloquio non è comprensibile, quando è presente”. Provenzano, inoltre, è ”ipocinetico e ha presentato alterazioni dello stato di coscienza con parametri vitali ai limiti”.
Ed è questo il nodo centrale del parere favorevole dei pubblici ministeri. Se Provenzano non può più interloquire in modo compiuto allora non avrebbe più senso l’applicazione del 41 bis che ha come obiettivo principale quello di impedire ai capi mafia di dare ordini e mantenere rapporti con i mafiosi in libertà. I pareri delle tre procure, competenti in quanto loro era la proposta di applicazione del carcere duro, sono stati inviati al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che istruirà il procedimento che verrà poi sottoposto al ministro. Spetta al titolare del dicastero decidere cosa fare.
Già in passato da Roma era arrivato un no alla richiesta dei legali di Provenzano, gli avvocati Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà, che hanno dato vita ad un lungo braccio di ferro con la magistratura al fianco dei familiari del boss. Da mesi Provenzano entra ed esce dal reparto detenuti dell’ospedale di Parma: danni neurologici gravi, un ematoma cerebrale operato, problemi cardiaci, una recidiva del tumore alla prostata e, nelle ultime settimane, una grave infezione dalle cause ancora incerte hanno costretto i vertici del carcere a disporne il ricovero.
Le facoltà mentali del vecchio mafioso sono compromesse: tanto che il Gup, che avrebbe dovuto giudicarlo nel processo sulla trattativa Stato-mafia, ha sospeso il procedimento ritenendo l’imputato non in grado di partecipare coscientemente alle udienze. L’ultima perizia agli atti del Giudice per l’udienza preliminare parlava di “grave decadimento cognitivo, un’enterite, diverse infezioni e una lesione intramuscolare”. “Si fa presente – scrivevano i medici – che, a breve, a fronte di un ulteriore prevedibile peggioramento dello stato generale, si dovrà ricorrere all’ausilio di un sondino naso gastrico per l’alimentazione”.
E adesso è arrivato il parere favorevole chiesto a febbraio scorso dall’avvocato Rosalba Di Gregorio. Per decidere il Guardasigilli, però, ha bisogno del parere del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Parla l’avvocato
”Le Procure hanno deciso sulla base di un’istanza che io ho fatto a febbraio dopo avere visionato le perizie che stabilivano l’incapacità di Provenzano. Quello dei pm è un parere adottato in base alla legge e tranne se si modifica il codice non credo si possano fare obiezioni”. Così l’avvocato Rosalba Di Gregorio, legale del boss Bernardo Provenzano, ha commentato il parere favorevole alla revoca del 41 bis per il capomafia dato dai pm di Caltanissetta, Firenze e Palermo. ”D’altro canto – ha aggiunto il legale – nel nostro Paese un doppio canale detentivo non è costituzionale. Il 41 bis va applicato ai soggetti socialmente pericolosi. Provenzano è in stato semi-vegetativo e non credo possa ritenersi tale”.
Lo sdegno delle associazioni
”Siamo indignati, scandalizzati e pronti ad andare in via dei Georgofili sotto il solleone a chiedere attenzione per i nostri figli ammazzati e resi invalidi”. Lo afferma, in una nota, la presidente dell’ Associazione dei Georgofili Giovanna Maggiani Chelli intervenendo in merito alla questione della revoca del 41 bis a Bernardo Provenzano. ”Provenzano – spiega Maggiani Chelli – è in ospedale, è curato per tutte le sue patologie. Perché revocargli il 41 bis? Quello di Bernardo Provenzano è un 41 bis sulla carta, quindi cosa gli revocano di fatto le procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo? Revocano quella questione di principio che mai avrebbe dovuto venire meno davanti ai morti ammazzati dalla mafia e che da troppo tempo era nell’aria. Sarà la deriva del 41 bis, questo sì che le procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo otterranno se il ministro della Giustizia non sarà illuminato verso le vittime di mafia”. ”Troppe minacce ai magistrati, troppe brache calate davanti alla mafia, un Governo di larghe pretese, queste le cause secondo la nostra opinione, di un probabile regalo alla mafia senza precedenti – aggiunge -. Gabriele Chelazzi si rivolterà nella tomba davanti a sì tanto scempio! La “presunta” trattativa è arrivata a compimento sul sangue dei nostri morti, e sulle ferite dei nostri invalidi, chi deve si vergogni!”.
PARERE NEGATIVO DELLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA
La Direzione Nazionale Antimafia ha dato parere negativo alla revoca del 41 bis al capomafia Bernardo Provenzano. In segno opposto si sono espresse la Procure di Caltanissetta, Firenze e Palermo. Per la Procura Nazionale Antimafia, le condizioni del boss, descritte dai medici, non sarebbero infatti così gravi. E, riconosciuto che Provenzano è il capo di Cosa nostra, si deve evitare che abbia contatti indebiti con l’esterno: quindi finché è detenuto, per la Dna, deve restare al carcere duro. Inoltre, un’eventuale revoca del regime differenziato non comporterebbe alcuna modifica dell’assistenza sanitaria fornita al capomafia dall’amministrazione penitenziaria. Il fascicolo è ora al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che dovrà esprimersi e inviare tutto al ministro della Giustizia. L’applicazione del 41 bis, infatti, è atto di competenza esclusiva del Guardasigilli.
(Fonte ANSA)