Province, ok in commissione | La palla passa all'aula - Live Sicilia

Province, ok in commissione | La palla passa all’aula

Si parte da nove liberi consorzi e tre città metropolitane: la riforma dell'ente intermedio è pronta per il vaglio di Sala d'Ercole, ma all'opposizione la legge non piace. E i grillini attaccano: "Altro che riforma epocale, questo è un brodino".

PALERMO – Ci siamo quasi. La riforma delle Province è ormai pronta per l’ultimo – e probabilmente più difficile – passo: l’approvazione in aula. Varato dalla commissione Affari istituzionali all’Ars con 10 voti favorevoli (compresi quelli dei Cinquestelle) e 4 contrari, per il ddl che dismette l’ente intermedio e istituisce i liberi consorzi e le città metropolitane si avvicina adesso l’ostacolo più grande, e cioè il passaggio da Sala d’Ercole.

Dove la norma proposta dal governo di Rosario Crocetta, e portata avanti dalla commissione presieduta dal parlamentare Pd Antonello Cracolici, incontrerà non poche resistenze da parte dell’opposizione di Palazzo dei Normanni. “Nonostante i reiterati tentativi di sintesi svolti dal presidente Cracolici – dice il capogruppo del Pid Toto Cordaro – il ddl votato in commissione è una sorta di inaccettabile marmellata parlamentare: il frutto della commistione di ben 19 disegni di legge, di cui ben cinque a firma Crocetta – che trova la sua ratio nella necessità di amalgamare a tutti i costi e in fretta e furia varie ipotesi di riforma, spesso in contrasto tra loro”. Una legge che produrrà “risparmi ipotetici e certezza che i Comuni diventeranno periferie – ghetto”, aggiunge il vicepresidente della commissione Vincenzo Figuccia (Forza Italia), “una pagina buia per l’Ars – afferma il capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica – in cui una maggioranza raccogliticcia è stata ‘obbligata’ a votare un obbrobrio incostituzionale pur di mandare in aula un disegno di legge qualsiasi, così da supportare uno dei tanti spot annunciati in pompa magna dal presidente Crocetta nei vari salotti televisivi”.

Ma per il presidente Cracolici “adesso non ci sono più alibi”. “L’Ars – dice il parlamentare Pd – adesso è chiamata a discutere in aula la riforma delle Province: serve un confronto alla luce del sole, senza rinvii né tatticismi”. “La commissione ha mantenuto l’impegno – ha aggiunto il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi – : adesso abbiamo un testo che tutela la rappresentanza dei territori ed al tempo stesso salvaguarda i lavoratori delle attuali province”.

Ma per i Cinquestelle, che pur hanno votato favorevolmente alla bozza di legge, la riforma è “solo un brodino”: “Abbiamo rispettato il nostro impegno – dice il neo-capogruppo Francesco Cappello – ma in aula apriremo un nuovo ‘campo di battaglia’, perché non è questa la riforma per la quale abbiamo lottato. Staneremo il governo, grande assente ai lavori della commissione.”

Il testo prevede l’istituzione di 9 consorzi che coincideranno con gli attuali confini delle province e 3 città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. I comuni che confinano con un altro consorzio, nel frattempo, avranno sei mesi di tempo per scegliere se aderire al consorzio confinante o rimanere in quello attuale, mentre le funzioni e le competenze dei nuovi organismi saranno assegnate dopo la definizione dei confini territoriali. Bocciata, infine, la proposta avanzata da Giovanni Panepinto (Pd) e Vincenzo Vinciullo (Ncd) che avevano chiesto che fossero i cittadini siciliani, con un referendum, a scegliere le modalità di elezione dei presidenti dei nuovi liberi consorzi. La governance – così è scritto nel testo approvato in commissione – verrà decisa con elezioni di secondo livello, e i presidenti, quindi saranno scelti fra gli amministratori dei comuni. La legge deve essere approvata immancabilmente entro 15 giorni, altrimenti si andrà ad elezioni, e addio riforma.


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