Province, parte l'esame | della riforma in commissione - Live Sicilia

Province, parte l’esame | della riforma in commissione

Parte in commissione Affari istituzionali l'esame delle 18 leggi presentate nell'ambito della riforma che comporterà l'abolizione delle Province regionali. Tre sono i disegni di legge presentati dal governo, domani si deciderà quale predere come testo "di riferimento".

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PALERMO- Ha preso il via oggi l’iter parlamentare per l’approvazione della riforma delle province e l’istituzione dei liberi consorzi dei comuni e delle tre città metropolitane di Palermo, Messina e Catania.

In Prima commissione all’Assemblea regionale, presieduta dal parlamentare del Partito democratico Antonello Cracolici, sono arrivati 18 disegni di legge. Tre sono quelli presentati dal governo, e riguardano i modelli organizzativi delle città metropolitane, dei liberi consorzi e il trasferimento di funzioni con la relativa parte finanziaria. Il testo sulla costituzione dei liberi consorzi prevede che entro 90 giorni dalla pubblicazione della norma devono essere istituiti i nuovi enti che prendono il posto delle Province. Ma, come spiegato dall’assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti qualche giorno fa a Livesicilia, “se la legge si approva a dicembre, i 90 giorni scadranno a marzo”.

Si dovrà, perciò, passare per una ‘fase transitoria’ che passerebbe per la proroga del commissariamento degli Enti intermedi. Ma la decisione spetterà all’aula. Le polemiche, però, sono scoppiate sulla parte che riguarda il numero dei futuri liberi consorzi.

La norma presentata dal governo prevede che per l’istituzione di un consorzio servano un minimo di 150 mila abitanti e un massimo di 500 mila. “Una condizione che rischia di portare alla nascita di una trentina di nuovi consorzi rispetto alle nove attuali province”, ha sottolineato il vicepresidente della commissione Affari istituzionali Vincenzo Figuccia (Pds). Un’eventualità che potrebbe essere scongiurata dal disegno di legge presentato, invece, dal presidente della commissione Cracolici.

Un teso che da un lato prevede che dal primo gennaio 2014 saranno istituite le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e che avranno gli stessi confini di quelle attuali, dando così la possibilità ai comuni limitrofi alle città di decidere se aderire all’area metropolitana o al libero consorzio, dall’altro ‘limita’ a 9 il numero totale dei consorzi: 6 corrisponderebbero alle attuali province, fatta esclusione per quelle delle tre città metropolitane, altri tre invece sarebbero costituiti da tutti i comuni che sceglieranno di non aderire alle aree metropolitane. Ma il testo di Cracolici, inoltre, prevede che dopo l’approvazione della legge ci sia un periodo per la definizione di assetti e funzioni. Una parte contestata proprio da Figuccia, che ha spiegato come “con questa norma si rischia di ritardare ancora la riforma vera e propria”.

E in commissione, tra i disegni di legge presentati ci sono anche quelli di Nello Musumeci che – di fatto – dispone di mantenere l’ordinamento attuale e quello di Nino D’Asero, capogruppo del Pdl, che propone di istituire un “livello intermedio di governo che si occupi di tutte le attività e i servizi sovra comunali, come le strade, le scuole, ma che comprenda anche settori come quello dell’energia e del commercio. La regione – ha spiegato D’Asero – assumerebbe il ruolo di regista e programmatrice della macchina amministrativa dell’Ente intermedio”. Queste le proposte, per le quali si dovrà fare naturalmente una sintesi. Un processo che partirà domani, quando la commissione deciderà quale testo prendere come norma di riferimento e attorno a quello farà la sintesi.


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