PALERMO – Una mini-proroga, appena tre settimane, per l’attuale capo di gabinetto e contemporaneamente l’avvio di una selezione pubblica per scegliere il successore. Il centrodestra, a Palermo, non si può dire che navighi in acque tranquille: dopo le tensioni al Comune, con Forza Italia che chiede il rimpasto e soffia un consigliere a Roberto Lagalla, la Dc che fa campagna acquisti e Fratelli d’Italia che strappa un assessore e un consigliere agli azzurri, la maretta arriva fino alla Città metropolitana dove Maurizio Lo Galbo appare in bilico. Il sindaco è sempre l’ex rettore e gli alleati sono sempre gli stessi, sebbene a Palazzo Comitini non ci siano ancora una giunta e un consiglio.
Partiti in fibrillazione
Le elezioni dovrebbero tenersi il prossimo anno, Roma permettendo, e la coincidenza con le Europee del 2024 spinge i partiti a prepararsi all’appuntamento con le urne. Lagalla da mesi chiede al centrodestra pace e tranquillità, ma le grandi manovre sono iniziate nonostante gli appelli del primo cittadino: i cuffariani hanno accolto a braccia aperte l’ex leghista Salvo Di Maggio e si preparano a ricevere altri delusi, provocando la reazione degli alleati (meloniani in primis) che non intendono stare a guardare.
Lagalla e la scelta di Lo Galbo
Un braccio di ferro nato negli ultimi mesi e che ha coinvolto anche l’ex Provincia, dove una delle poche poltrone disponibili, quella di capo di gabinetto, è andata a Maurizio Lo Galbo. Ex assessore di Bagheria, dove fanno riferimento a lui tre consiglieri comunali passati all’opposizione, è stato scelto da Lagalla anche per la vicinanza a Toto Cordaro, l’ex assessore regionale che ha lasciato i centristi per approdare in Fdi, lato Musumeci, ma che al momento è rimasto senza una poltrona. Lo Galbo era dato in pole position anche per un posto nella giunta di Palazzo delle Aquile, ma alla fine è stato dirottato nella vicina via Maqueda col placet sia del sindaco che degli alleati, anche come riconoscimento all’impegno elettorale di Cordaro.
Tensioni su Bagheria
Un sodalizio che però, adesso, sembra essersi incrinato: Lo Galbo non ha aderito formalmente ad alcun partito e un consigliere a lui vicino, Sergio Cannizzaro, qualche mese fa è passato con la nuova Democrazia cristiana. Tanto è bastato per mandare su tutte le furie Fratelli d’Italia che vede il possibile dialogo fra Lo Galbo e Totò Cuffaro come fumo negli occhi, specie per la voce che vorrebbe il capo di gabinetto come papabile candidato sindaco di Bagheria nel 2024. Se a Monreale la candidatura di centrodestra sarà garantita all’uscente Alberto Arcidiacono, forzista, quella di Bagheria toccherà invece ai meloniani che, non potendo più puntare su Lo Galbo, dovranno guardarsi intorno con Brigida Alaimo (nel frattempo nominata alla guida di Interporti Sicilia) data per favorita per sfidare Filippo Tripoli di Italia Viva. Lo Galbo avrebbe chiesto anche un parere agli Enti locali per capire se il suo ruolo all’ex Provincia potrebbe impedirgli la corsa a sindaco.
Un nuovo capo di gabinetto
Le tensioni tra alleati sono arrivate al livello di guardia e così Lagalla ha sì approvato una proroga per il suo capo di gabinetto, ma solo fino al 31 agosto: nel frattempo il sindaco ha deciso di indire un avviso pubblico per assegnare la poltrona, anche se al momento non c’è un termine ultimo per le candidature. Il problema resta però tra gli alleati che fra qualche mese saranno chiamati a scegliere i candidati del centrodestra nei vari comuni al voto, facendo i conti anche con le Provinciali.