MESSINA – Depositata ieri la perizia medico legale del consulente della Procura di Messina sul corpo di Provvidenza Grassi, la ragazza di 27 anni scomparsa a Messina la notte tra il 9 e 10 luglio 2013 e trovata morta il 23 gennaio scorso accanto alla sua auto, sotto un viadotto della tangenziale Messina-Catania. Dalla perizia come spiega Giuseppina Laria, legale della famiglia Grassi, “emergerebbe dall’analisi dei capelli che la giovane fosse sotto effetto di metadone e le fratture sarebbero compatibili con l’incidente stradale. Inoltre, l’analisi delle larve dimostrerebbe che la morte è avvenuta tra i quattro e gli otto mesi prima del ritrovamento del corpo”. L’avvocato però contesta la tesi dei periti, spiegando che “non ci sono molti elementi oggettivi e la ricostruzione non mi sembra attendibile. Intanto, il fatto che le larve vivano dai 4 agli otto mesi e quindi che l’incidente possa essere avvenuto in quel lasso di tempo non significa indicare una data certa. Inoltre, la perizia non è precisa su molti altri elementi. Poi le fratture possono essere compatibili con l’incidente, ma non spiegano come esso possa essere avvenuto”.
“Da quello che ci risulta – prosegue l’avvocato – la ragazza non si drogava e non è detto che qualcuno non l’abbia obbligata a farlo. Ricordo che una persona a lei vicina è stata arrestata per spaccio di droga. Noi abbiamo altri indizi che ci fanno propendere per altre piste, tra l’altro abbiamo ritrovato nel portafoglio della vittima un numero di targa di una macchina catanese e questo ci sembra strano. Così come alquanto singolare ci sembra che la ragazza si sia fatta prestare l’auto qualche giorno prima della sua scomparsa da un’amica perché aveva paura di essere vista con la sua. Contesteremo la perizia”.
(Fonte ANSA)