GIARRE – Con una lettera indirizzata al commissario straordinario dell’Asp di Catania, Gaetano Sirna, l’associazione giarrese di volontariato “Oltre l’orizzonte” chiede le motivazioni per le quali ancora oggi il reparto di Psichiatria, nonostante l’esito positivo delle perizie strutturali giunto ormai da diverse settimane, non sia ancora stato riaperto all’ospedale “San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro” di Giarre. Il reparto, temporaneamente ospitato nella sede giarrese del distretto sanitario, non consente il ricovero dei pazienti.
“Chiediamo che il reparto torni fruibile per ridurre il disagio dei pazienti – dichiara il presidente dell’associazione Santina Bucolo – In questo periodo ci sono stati dei ricoveri in regime di Tso che, essendo chiuso il reparto, sono stati dirottati fuori provincia. Sono andati a Siracusa, nel migliore dei casi, ma anche in provincia di Palermo. Ciò comporta un grande disagio per i pazienti – prosegue il presidente Bucolo – che non conoscono le strutture e non sono seguiti dai medici a cui sono abituati, e per i familiari già sottoposti ad un carico enorme. Il conforto della famiglia per i pazienti affetti da malattia psichiatrica è fondamentale e non potere avere quella visita giornaliera, per problemi economici o di lavoro, si traduce in un grande disagio. Noi siamo familiari – conclude – e vogliamo che questo reparto, che tra l’altro funziona molto bene, resti sul territorio”.
E il problema si acuisce con la stagione estiva, durante la quale aumenta il numero dei ricoveri in regime di TSO. “Pensiamo che non sussistano più motivi che impediscano la riapertura del reparto, temporaneamente ospitato nella sede del distretto sanitario giarrese – spiega Ettore Pagano, volontario dell’associazione – Ci è stato detto che i controlli compiuti nell’ala dell’ospedale che ospita il reparto hanno escluso qualsiasi problema strutturale. Quindi perché non è ancora stato riaperto il reparto? Ci è giunta voce – dice ancora Pagano – che devono essere compiuti interventi di tipo ordinario, come la tinteggiatura, ma nessuno ci ha detto quanto tempo occorra. Bisogna anche considerare che questa situazione moltiplica i costi. Quando si opera un Tso si parte con due infermieri, possibilmente in reperibilità, due vigili urbani, un’ambulanza e il medico che deve firmare il certificato per far si che l’ordinanza abbia esito. C’è un costo supplementare che andrebbe ammortizzato. Una cosa è andare a finire in provincia di Palermo, un’altra è rimanere sul territorio”.
Attraverso una nota interviene il commissario dell’Asp Gaetano Sirna e spiega i motivi della mancata riapertura del reparto. «Stiamo provvedendo al rifacimento degli intonaci e alla pitturazione – si legge nel comunicato – L’impresa incaricata della gestione integrata dei servizi manutentivi del patrimonio aziendale ha già redatto l’apposito preventivo di spesa. Si tratta di interventi di manutenzione ordinaria per il decoro degli ambienti nel rispetto della dignità dei pazienti che lì verranno curati e degli operatori che vi presteranno servizio. Allo stesso tempo – spiega il commissario dell’Asp – nella perizia venivano indicati alcuni interventi urgenti di manutenzione straordinaria sui solai. Tali interventi che non riguardano la stabilità della struttura e non ostacolano il ripristino dell’attività nel reparto, sono comunque urgenti. A tal fine gli uffici hanno avviato tutte le procedure previste. Per quanto attiene ai servizi erogati all’utenza, in atto la SPDC di Giarre opera in regime di assistenza diurna. Contestualmente è stata potenziata, in modo capillare, l’assistenza domiciliare. Laddove si rendesse necessario predisporre un Tso è stata attivata la rete presente sul territorio. Nel periodo di chiusura del reparto sono stati necessari 5 Tso. Ci scusiamo – conclude Gaetano Sirna – per i disagi arrecati all’utenza. Il nostro impegno è rivolto alla loro completa tutela». Nessun accenno però ai tempi tecnici previsti per la definitiva riapertura del reparto.