PALERMO – A Sala d’Ercole servirebbe un Crocetta al giorno. Giusto per “spingere” le sedute un po’ oltre l’ora. Per tirare fuori, dal dibattito d’Aula, se non un provvedimento, un’approvazione, quantomeno una idea politica, una presa di posizione qualunque. Un Crocetta al giorno, ci vorrebbe. Per “costringere” i deputati a stare incollati agli scranni di un’Aula sempre più vuota, improduttiva. Sotto certi aspetti, inutile. Oggi erano meno di trenta. Ieri addirittura la metà. Una desolazione ancora più evidente, appunto, se confrontata alle presenze della seduta del 24 settembre scorso quando solo l’intervento del governatore si portò via la bellezza di 101 minuti. Il resto, lo misero i deputati, dando fondo (in base alle proprie possibilità) agli strumenti buoni per una buona oratoria. E poco altro.
La verità è che dal ritorno dalle (lunghe) vacanze quest’Aula non ha prodotto nulla. Non ha approvato nulla. Ha cincischiato tra mozioni (o promesse di mozioni) e risposte a interrogazioni vecchie a volte più di un anno. Con un ritardo tale da rendere del tutto inutile, in alcuni casi, la stessa risposta degli assessori.
Ma gli assenteisti di Sala d’Ercole hanno facce e ruoli d’ogni tipo. Il 23 settembre scorso, ad esempio, l’Aula alza le braccia di fronte all’assenza del governo. I gravi problemi che hanno costretto l’esecutivo a disertare la seduta sono stati ben descritti da Antonio Venturino, che in quel momento presiedeva la seduta: “Ci sarà stato – ha detto – un problema di comunicazione”. Insomma, qualcuno avrebbe dimenticato di riferire al presidente della Regione e a dodici assessori che c’era una seduta in programma. E che sarebbe servita la loro presenza.
In questi casi, però, dall’orgoglioso parlamento più antico d’Europa arriva la solita replica: “Ma si lavora nelle commissioni”. Già, ma quali? Lo stesso Venturino, ad esempio, proprio oggi ha attaccato: “A causa dell’assenza dei rappresentanti del Governo regionale, la commissione Lavoro dell’Ars non ha potuto discutere i due disegni di legge che riguardano la definitiva stabilizzazione dei circa 24 mila precari, i quali da oltre 25 anni lavorano nella pubblica amministrazione. Dispiace constatare che gli assessori alle Autonomie locali e Funzione pubblica, Patrizia Valenti, e quello al Lavoro, Giuseppe Bruno, non erano presenti, non vorrei pensare che intendono sfuggire al confronto”. Negli stessi minuti, poi, saltava un’altra audizione. Quella prevista in Commissione lavoro, dove i rappresentanti degli enti di Formazione attendevano l’arrivo degli assessori Scilabra e Bruno. Che non arriveranno. Per motivi “di sicurezza”, pare, non hanno potuto lasciare Palazzo d’Orleans.
E il lavoro (o meglio, la mancanza di lavoro) oggi nelle commissioni legislative (qualche deputato allargava le braccia sui pochi argomenti da trattare anche in commissione bilancio) rappresentava un presagio di quello che sarebbe successo in Aula. Meno di trenta deputati presenti. Qualche stanca risposta a vecchie interrogazioni. E l’incapacità di votare (mancava il numero legale) la legge sulla impignorabilità della prima casa. Per intenderci, un ddl che in più di un articolo non fa che “ricopiare” una legge nazionale già vigente e che rappresentava solo una “legge-voto”. In poche parole, l’ok dell’Assemblea averebbe solo dato al governo nazionale il “compito” di discutere quella norma. Insomma, l’approvazione non avrebbe prodotto, nell’immediato, nulla. E i deputati, in effetti, si sono ben guardati dall’approvarlo. Qualcuno, anche con qualche ragione di merito: “Non mi fate approvare una legge che esiste già” ha commentato nei corridoi il deputato Pd Antonello Cracolici rivolgendosi ai colleghi grillini.
Tra i pochi presenti, questi ultimi, però, in uno schieramento quasi completo. “All’aula vuota – hanno protestato però a fine seduta- ci siamo ormai abituati. Quando non ci sono in programma argomenti che interessano al Pd e alla maggioranza è il deserto. A sala d’Ercole è nata una nuova categoria, gli ARSenteisti, ed è intollerabile, se si pensa a tutte le emergenze a cui si dovrebbe quantomeno cercare di dare risposte. Oggi, dopo innumerevoli rinvii è saltato nuovamente, per mancanza del numero legale, l’ok al disegno ddl sull’impignorabilità della prima casa. Certo, è un disegno di legge voto che dovrà passare al vaglio di Camera e Senato, ma se non si comincia… Questo è un ddl che le imprese e i cittadini aspettano con ansia, ma ormai dentro a questo palazzo le urla di dolore della gente non arrivano più. E a dire il vero non sappiamo se siano mai arrivate”.
E l’affondo pentastellato va al di là della seduta di oggi: “Non è tollerabile – dicono – questo andazzo, specie se rapportato alle pesanti buste paga dei parlamentari. Se non è possibile mettere un argine a tutto ciò, cercheremo quantomeno di renderlo pubblico periodicamente, abbiamo infatti chiesto le presenze di tutto l’anno a sala d’Ercole e le pubblicheremo sui nostri canali. Scontato il titolo della rubrica: ARSenteisti“.
E numeri alla mano, non è che i deputati a cinque stelle abbiano tutti i torti. Prima della pausa estiva, l’ultima seduta (eravamo già in fase di “vacanza”, a dire il vero, ma il parlamento è stato costretto a riunirsi a causa dell’impugnativa del Commissario dello Stato all’ennesima finanziaria di Crocetta) risale all’11 agosto scorso. Da allora, tra ferie e sedute lunghe come un telegiornale, i deputati hanno lavorato in Aula la bellezza di quattordici ore in cinquanta giorni. Più della metà delle quali, come detto, (sette ore e cinquanta minuti), dovute alla seduta in cui Crocetta ha detto “la sua” (prendendosi, di quelle otto ore, un’ora e 41 minuti solo per il primo intervento) sulla situazione politica siciliana. Ieri, l’Aula aveva votato gli articoli della già citata legge-voto sull’impignorabilità della casa. A Sala d’Ercole scranni quasi completamente vuoti. E una seduta andata avanti, complessivamente, per quasi quattro ore. Alla fine, il paradosso. Alcuni deputati hanno deciso di occupare Sala d’Ercole per protesta nei confronti delal kafkiana vicenda delle elezioni siracusane. Alla fine, è rimasto solo il parlamentare Vinciullo. Le occupazioni della sala, ai deputati, in effetti, non piacciono nemmeno quando dovrebbero…
Lo conferma lo “score” delle altre sedute settembrine: i 19 minuti del 16 settembre, i 39 minuti del giorno dopo, i 32 minuti del 23 settembre, i 40 minuti di oggi. E fanno sei sedute in cinquanta giorni. Quattordici ore in cinquanta giorni. Le vacanze, a Sala d’Ercole, non sono mai finite.