Quel bene confiscato alla mafia, covo di smaltimento illecito

Quel bene confiscato alla mafia, covo di smaltimento illecito di rifiuti

La denuncia alla Procura delle guardie Eps

CATANIA – Un grande capannone sede, fino a poco tempo fa, di un’azienda di autotrasporti. Un’area confiscata alla mafia e che non ha avuto miglior fortuna: è divenuta, infatti, ricettacolo di rifiuti speciali e pericolosi. Una distesa di amianto all’aria aperta. Ma anche poliuretano espanso, copertoni e qualunque tipo di materiale di risulta. 

“Terra di nessuno”

“Come avviene per altri siti in stato di abbandono, aree come questa, sono diventate terra di nessuno. Diventando obiettivo sensibile per essere individuate come destinazione finale dell’ingente mole di smaltimenti illeciti di rifiuti provenienti da imprese ed attività produttive”, spiegano le guardie dell’E.P.S. che giunte sul posto hanno verificato lo scempio e l’attività illegale che si sta compiendo in questi mesi.

La denuncia alla Procura

Un sopralluogo capillare con annesso materiale fotografico consegnato alla Procura della Repubblica di Catania con conseguente denuncia contro ignoti. Sul sito di Piano Tavola è stata accertata la presenza di centinaia e centinaia di metri cubi di rifiuti.

“È un sistema di smaltimento che opera nella più assoluta mancanza di controlli, la cui impunità rende sempre più labile la certezza della pena per chi viola la normativa ambientale”, proseguono gli uomini dell’E.P.S. “Viene da chiedersi chi rimborserà il cittadino contribuente dalle maggiorazioni sulle operazioni di pulizia del territorio, riscontrate sulle bollette”.

Pesca di frodo al Simeto

Non certo per una casualità di eventi, lo stesso giorno del “blitz” nell’area confiscata alla criminalità organizzata, le guardie si sono imbattute all’interno dell’area protetta della Riserva Naturale “Oasi del Simeto” in un tratto del fiume noto per la presenza di pescatori di frodo.

Un punto caratterizzato da un dislivello di pendenza a seguito di un’opera di brigliatura atta a consolidare l’alveo del corso d’acqua che quale rende proficuo l’esercizio della pesca e che favorisce l’opera di bracconaggio.

Tre uomini all’opera

Lì sono state individuate tre persone che alla vista del personale dell’E.p.s. si sono date alla fuga abbandonando l’attrezzatura sul luogo dell’attività di pesca.

È stata rinvenuta una rete da pesca posizionata trasversalmente al fiume per bloccare il pescato nello scorrimento dell’acqua ed un’altra rete di forma circolare utilizzata per la cattura di pesci di ogni dimensione e tipologia, attraverso il trascinamento della rete, che attraverso la sua forma circolare “a campana”, incorpora grossi quantitativi di specie.


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