PALERMO – Cominciamo dai numeri. Su una platea di circa 120 mila persone a oggi sono più di quarantamila quelli che si sono iscritti alla piattaforma Siciliacoronavirus, riservata al personale sanitario della regione per il vaccino anti-Covid. Dall’assessorato alla Salute si aspettano che la percentuale si alzi di parecchio e dovrebbe essere così. Ma è vero, a prescindere dai numeri attuali, che ci sarà una fetta di camici di qualsiasi colore che non vorrà vaccinarsi per le più svariate ragioni e che non sarà guardata con simpatia dagli altri che, invece, si vaccineranno.
Si tratta della prima puntata di una polemica che divide, che corre sui social, nelle chat. E che sta avvelenando il clima anche tra colleghi che si conoscono da una vita. Potremmo definirla, per comoda ma un po’ esagerata sintesi, una ‘guerra’ che coinvolge posizioni contrapposte, su cui si possono innestare screzi datati e alleanze. I vaccinisti sembrano, però, la maggioranza.
Il vaccino e l’effetto ‘prosciutto crudo’
Proseguiamo con una domanda: voi comprereste del prosciutto crudo da chi non mangerebbe mai il prodotto che vende? Ecco, per il vaccino è pressappoco lo stesso. Sarà l’arma che sconfiggerà il Covid, secondo opinione comune ai più alti livelli della scienza, con poche obiezioni davvero fondate. Ma come diffonderla se medici e affini si mostreranno scettici? Come implementare una problematica fiducia che, nei piani generali, ci garantirà la famosa immunità di gregge? Si tenta di scongiurare l’effetto ‘prosciutto crudo’. Ovvero: se tu che lo vendi non vuoi mangiarlo, perché mai dovrei mangiarlo io?
L’obbligo? Ed è subito polemica
Si discute (e quando mai non si discute, ma per ora è soltanto una trama di parole che se le porta via il vento) di un ipotetico obbligo vaccinale, specialmente per il personale sanitario. La politica polemizza. C’è chi prova a ragionare. “Per me vaccinarsi è un dovere – dice il dottore Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo – se l’obbligo è l’unica strada è pure giusto che sia percorsa. Io ricevo soltanto telefonate di colleghi che chiedono come fare il vaccino, non ho sensazioni negative”.
Tuttavia, uno potrebbe obiettare che un ‘anti-vaccinista’ incallito non si metterebbe, certo, a telefonare al presidente dell’Ordine, visto che altrove fioccano i procedimenti disciplinari a carico di presunti negazionisti e ‘no vax’. Il dottore Amato segnala che c’è un caso proprio a Palermo, un medico sarà presto sentito in audizione per le sue posizioni. E aggiunge: “Uno che lavora in ospedale con pazienti fragili deve vaccinarsi, è un obbligo deontologico. Se qualcuno non lo farà, interverremo noi e chiederemo spiegazioni, con gli approfondimenti del caso”. Che, pare di comprendere, non escluderanno, per il momento teoriche, sanzioni disciplinari.
“Meglio il sorteggio…”
La seconda puntata la introduce Angelo Collodoro, sindacalista del Cimo che raggruppa i medici ospedalieri: “Ricevo un sacco di telefonate e messaggi in chat di colleghi arrabbiatissimi che mi chiedono quali siano i criteri per cui qualcuno si sta vaccinando subito e magari reclamizza il proprio ego attraverso i social e altri no. Abbiamo bisogno di morigeratezza, soprattutto per il rispetto dovuto a chi è in prima linea. Ci sono colleghi, per ora scoperti, con un livello di rischio elevatissimo e altri che, forse, avrebbero potuto aspettare. Sarebbe stato meglio il sorteggio, al punto in cui siamo. E poi non si può più esprimere un’opinione che tutti si scagliano contro tutti. Sono contrario alla scomunica per principio”.
Che in quelle chat ribollenti si dibatta, spesso con veemenza, di priorità, di chi viene prima e di chi dopo, è una circostanza confermata da altre fonti, in un rincorrersi di sussurri sussurratissimi che sottintendono tremendissimi scazzi. Certe guerre, a torto o a ragione, si combattono così.