Quella Catania sul tetto d'Italia: modello di lavoro e programmazione

Quella Catania sul tetto d’Italia: modello di lavoro e programmi

Lo scudetto nella Canoa polo femminile, l'esempio dell'Orizzonte: quando vincere (nella nostra terra) non è casualità.
IERI L'ENNESIMO TRIONFO
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CATANIA. Difficile trovare gli aggettivi adeguati. Tanti se ne sono sprecati in questi anni da rischiare di risultare banali nel racconto e nella sostanza.
La Polisportiva Canottieri Catania femminile all’Idroscalo di Milano ha centrato, per la nona volta consecutiva (la dodicesima totale), il titolo di campionesse d’Italia. La disciplina della canoa polo non avrà certo la visibilità ed il seguito del football ma una vittoria che sancisce la conquista di un campionato nazionale, non merita di essere declassata o passare in sordina.
Quello compiuto dalle ragazze di Alessandra Catania (evidentemente, nomen omen) è stato l’ennesimo miracolo incastonato all’interno di anni di sacrifici e dedizione: di una organizzazione che diventa modello da esportare in giro per lo Stivale.
La vittoria finale di ieri, 3-1 sul Canoe Rovigo, è stato solo l’ultimo atto di una cavalcata avvincente con la la Storia riscritta ancora una volta macinando come un rullo compressore nei play di questi giorni.

E non si può ridurre tutto solo allo sport. E non è nemmeno solo passione e ambizione. Con quello di ieri sono 70 i campionati nazionali conquistati a Catania e provincia dei 99 siciliani totali.
Dietro ogni titolo, è evidente una programmazione che non lascia spazio ad alcun tipo di improvvisazione: non ci sono progetti “alla giornata” bensì una azione di appartenenza e talento che ha permesso al territorio di mietere i risultati raccolti oggi.
Emblematico, tanto per citare un altro modello tutt’altro che casuale, l’epopea dell’Orizzonte Catania nel nuoto femminile. 

Per Catania sembrano vicende inedite. Quasi surreali rispetto al momento storico vissuto. Eppure, è tutto profondamente reale.
Ma al di là dei titoloni che mai prenderanno in considerazione quegli sport definiti in malo e sbrigativo modo, minori, una considerazione a tutto campo andrebbe fatta.
Non fosse altro per l’esempio che viene da questi anni di successi e che diradano quelle nebbie deprimenti che vogliono la nostra terra raccontata quasi sempre in negativo.


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