16 Maggio 2018, 13:37
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TRAPANI – L’obiettivo finale è quello di “piantare un seme” e di “iniziare un percorso”, con una candidatura non civica ma “ancorata fortemente a un partito”. Bartolo Giglio, 52 anni, originario di Salemi ma ormai trapanese d’adozione, imprenditore agricolo, è il nome scelto dal commissario della Lega Stefano Candiani per la sfida di Trapani. I vertici del partito di Salvini hanno accolto la proposta dei sovranisti di Gianni Alemanno, che a Trapani fanno riferimento all’ex deputato regionale Livio Marrocco, e così è partita l’avventura elettorale di Giglio con una sola lista, quella della Lega.
La ‘prima volta’ della Lega alle Comunali di Trapani, come nasce la sua candidatura?
“La mia è una storia legata alla destra sociale, quella che guarda alle fasce deboli della società. Sono stato il presidente del primo circolo di An a Salemi. La candidatura a sindaco è figlia anche di un ragionamento legato alla militanza di partito. Partecipazione e militanza: sono questi i temi che ci hanno accomunato con la Lega. Salvini è compatibile con il linguaggio della nostra destra”.
Candidatura solitaria con la Lega, il centrodestra a Trapani è spaccato.
“Forza Italia e Diventerà Bellissima hanno deciso di sostenere Galluffo, mentre una parte del movimento di Musumeci appoggia Tranchida. Scelte sbagliate. Se uno come l’ex deputato Rallo, che appartiene alla destra storica trapanese, decide di appoggiare un ex Ds come Tranchida… Non è questa la mia logica politica, quella che ho appreso all’università e negli anni di militanza”.
Siete su sponde opposte anche con la posizione ufficiale di Diventerà Bellissima.
“Ma siamo ancora in sintonia. La loro scelta non è un problema. La verità è che la dirigenza palermitana di Diventerà Bellissima non si è occupata delle elezioni a Trapani. A mio avviso la loro scelta è un mega flop”.
Un anno fa una campagna elettorale con un sottofondo giudiziario, ora c’è una situazione è diversa?
“A Trapani c’è una situazione patologica ancora aperta e legata alle vicende di un anno fa. Non ci sono D’Alì e Fazio ma i loro uomini sono tutti in ballo. Molti cognomi sono improponibili e a questi cognomi noi abbiamo detto un ‘no’ secco. In tanti ci hanno cercato ma abbiamo risposto con un diniego perchè non ci interessano le macedonie nè le poltrone. Altri, invece, sono stati ‘inclusivi’ e hanno messo dentro una serie di equivoci”.
La questione morale a Trapani è ancora aperta quindi?
“La questione morale parte adesso. Trapani è una città che si insabbia. Le vicende di un anno fa sono ancora tutte aperte e gli interessi tutti in gioco. C’è poi il ruolo della massoneria deviata, che a Trapani è potentissima e che non cede di un centimetro. Davanti a tutto questo la città fa finta di nulla. Tutti avremmo dovuto ragionare su quanto acacduto e su come voltare pagine e invece vedo figure di potere inserite nelle varie liste”.
In questo scenario qual è l’obiettivo di Giglio e della Lega per queste elezioni?
“Vogliamo iniziare un percorso politico, piantare un seme. Il progetto della Lega è aggregante, noi ci saremo anche l’11 giugno al di là del risultato. Non siamo una lista civica, ma un partito. Partiamo dai 1.950 voti raccolti per le Politiche a Trapani, Quello del 5% mi sembra un obiettivo realista. Puntiamo al voto d’opinione, che alle ultime elezioni si è manifestato anche da parte dell’elettorato Pd deluso. Quel partito a Trapani è scoppiato. Sono con Tranchida ma hanno rinunciato al loro simbolo, una scelta che non farei mai. La loro gente li punirà votando in contestazione”.
Il suo giudizio sugli altri quattro candidati sindaco?
“Tranchida pensa di vincere mettendo in campo sette liste, ma è un politico competente e ultimamente vedo in lui qualche preoccupazione. Galluffo è un avvocato, ama molto parlare ma non vedo concretezza. Nel M5s ci sono tanti ragazzi validi e competenti ma la centralità di una figura come Santangelo, che ha imposto i suoi nomi, ha allontanato molte persone da quel simbolo. Poi c’è Bologna, battitore libero, imprevedibile”.
Tre idee per risollevare Trapani?
“Lo sviluppo economico di Trapani passa dal turismo, che coinvolge anche agricoltura e artigianato. Per rilanciare questo tema, però, c’è bisogno di puntare sull’igiene pubblica e intervenire per rendere decorosa e attraente la città, che deve raggiunger standard europei per competere turisticamente. Penso poi al controllo della spesa pubblica: tante cose possono essere fatte con meno soldi”.
Manca la terza idea.
“Il capitolo dirigenti comunali. In questi anni hanno imperversato facendo il bello e il cattivo tempo. Bisogna mettere questa gente in riga, rideterminando anche i parametri contrattuali. Chi deciderà di lavorare sfruttando anche le nuove tecnologie e riducendo gli sprechi mi troverà al suo fianco, viceversa si darà spazio a tanti giovani che riescono a fare più cose e con meno soldi. Bisogna togliere dal Comune di Trapani certe incrostazioni”.
Intervista/1 Galluffo: “Trapani in una palude melmosa, con Tranchida l’Armata Brancaleone”
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16 Maggio 2018, 13:37