ROMA – Perde quota l’ipotesi della candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale, mentre si riaffaccia quella di Draghi. Nulla ancora è stato definitivamente deciso ma il tempo stringe e a sei giorni dalla prima chiamata alle urne non c’è più tempo per tatticismi. Ieri il leader del Carroccio Matteo Salvini aveva dato un ultimatum a Berlusconi per stringere sui tempi della sua candidatura o meno, un’accelerazione che ha provocato l’effetto desiderato. Il Cavaliere, infatti, dopo giorni a caccia dei numeri per poter avanzare la sua candidatura, sembra si sia reso conto di non avere il consenso necessario e pare stia valutando di fare un passo indietro.
Intanto ieri Mario Draghi è tornato a tessere la sua tela: in mattinata un incontro “istituzionale” con Sergio Mattarella, nel pomeriggio quelli con il presidente della Camera Roberto Fico e la ministra della Giustizia Marta Cartabia. Un’agenda fitta dalla quale emerge che siamo ormai alla fase finale.
Salvini scettico sull’ipotesi di un trasloco di Draghi da Chigi al Quirinale: “I soldi del Pnrr sono a prestito, anche per questo il premier è complicato da rimuovere”. E nel centrosinistra oggi è previsto un incontro tra Conte, Letta e Speranza.