RACALMUTO – Quasi cinquanta coltellate per uccidere mamma e papà.
L’autopsia sui cadaveri di Giuseppe Sedita e Rosa Sardo, marito e moglie uccisi dal figlio in un appartamento a Racalmuto, consegna una prima certezza nell’inchiesta sul duplice omicidio: è stato un massacro. Venticinque colpi di mannaia al padre, ventidue alla madre.
L’esame autoptico, disposto dalla procura di Agrigento guidata da Salvatore Vella ed eseguito ieri sera dal medico legale Cataldo Ruffino, conferma la furia omicida di Salvatore Sedita, figlio dei due coniugi, attualmente ricoverato in stato di fermo nel reparto di psichiatria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
In un primo interrogatorio Sedita aveva messo a verbale, davanti al sostituto procuratore Gloria Andreoli, una lunga lista di frasi sconclusionate: ha rinnegato la sua identità, ha detto di aver incontrato l’uomo nero e di vedere i fantasmi ma soprattutto non ha ammesso le responsabilità.
Nell’interrogatorio di convalida, avvenuto due giorni più tardi, la confessione: “Ho ucciso io i miei genitori”. In queste ore il gip Francesco Provenzano deciderà sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare da applicare.
L’autopsia, invece, dovrà ancora chiarire ulteriori aspetti della vicenda. A partire dall’esatto giorno del decesso di Giuseppe e Rosa.
I cadaveri sono stati rinvenuti da un’altra figlia nel pomeriggio del 13 dicembre.
L’ipotesi più accreditata, anche in considerazione del ritrovamento della tavola apparecchiata per tre persone, è che il duplice omicidio sia stata compiuto all’ora di pranzo.
Il figlio, che ha confessato il delitto, non ha saputo fornire al momento dettagli temporali su quanto avvenuto. L’autopsia farà luce anche su questo aspetto.