GIARRE – Si è chiusa con l’arrivo del saldo di dicembre e dello stipendio di gennaio, la lunga ed estenuante battaglia dei dipendenti dell’Aimeri Ambiente. Ma i netturbini, la cui protesta si è conclusa solo lunedì dopo il vertice in Prefettura, potrebbero presto tornare in piazza, mettendo ancora in ginocchio i 14 comuni della fascia ionico etnea. Cgil e Cisl, che hanno già proclamato lo stato di agitazione, hanno fissato un’altra giornata di sciopero, il 18 marzo. Se entro quella data non dovessero essere corrisposte le mensilità di febbraio il servizio di raccolta dei rifiuti subirà una nuova interruzione.
Ieri sera gli operatori ecologici hanno ripreso anche gli straordinari, necessari da una parte per smaltire le tonnellate di spazzatura accumulatesi e dall’altra perché i camion a disposizione per la raccolta non sarebbero sufficienti per completare il servizio negli orari ordinari. I numerosi guasti e le mancate riparazioni stanno fortemente limitando il parco mezzi dell’azienda, rendendo sempre più difficoltoso lo svolgimento del servizio. La carenza e l’inefficienza dei mezzi, che secondo i sindacati metterebbero a rischio anche l’incolumità dei lavoratori, rappresentano un’altra delle questioni irrisolte.
Ma la preoccupazione principale resta sempre legata agli stipendi. E che la questione non si fosse conclusa quattro giorni fa, con l’incontro in Prefettura, era chiaro a tutti i partecipanti, sindaci compresi. Il braccio di ferro tra comuni, Joniambiente ed Aimeri non sembra trovare soluzione. Tra dieci giorni si rischia di sprofondare in una nuova emergenza rifiuti.