Raciti: "Non dubito senza fatti" |Nuti: "Vicenda sottovalutata" - Live Sicilia

Raciti: “Non dubito senza fatti” |Nuti: “Vicenda sottovalutata”

Francesca Raciti, presidente del senato cittadino, difende l'operato dell'organo da lei presieduto, respingendo "al mittente qualsivoglia tentativo, palese o malcelato, di delegittimare nella sua azione il Consiglio che mi onoro di presiedere". Domani il Caso Catania al question time ore 15.00.

Mafia in consiglio
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CATANIA – Strumento di battaglia politica, più che volontà di accertare i fatti. Prudente fino a oggi, in attesa del Question time di domani sul Caso Catania, è la presidente del Consiglio comunale etneo, Francesca Raciti, a commentare le recenti notizie di cronaca che hanno portato la città etnea all’attenzione nazionale e, in particolare, della Commissione parlamentare antimafia. Prima per l’intercettazione telefonica tra il sindaco Enzo Bianco e l’editore de La Sicilia, Mario Ciancio, sul caso Pua, e poi, per la presunta vicinanza di alcuni esponenti del senato cittadino che, stando alla relazione della Commissione regionale antimafia, avrebberio legami più o meno intensi con l’ambiente mafioso catanese. 

“In merito alla recente divulgazione di notizie relative agli ultimi sviluppi dell’indagine svolta dalla commissione regionale antimafia su presunte infiltrazioni nel Consiglio Comunale di Catania – afferma la Raciti – dopo un’attenta disamina delle notizie emerse e dei commenti susseguenti, auspicando che con la presente nota si chiuda una delicata parentesi della vita del Consiglio Comunale della città di Catania caratterizzata, a mio avviso, più dalla ricerca dello scoop come strumento di battaglia politica che dall’attenzione ai fatti e alle, eventuali e ancora da provare, responsabilità, intendo precisare quanto segue. Il lavoro svolto dall’attuale amministrazione comunale di Catania dalla data del proprio insediamento ad oggi, più volte suffragato da votazioni espresse dal Consiglio Comunale a supporto di tale lavoro, è stato sempre rigoroso e scrupoloso per ciò che attiene al rispetto della legalità formale e sostanziale degli atti prodotti ed è stato portato avanti in un clima di leale confronto e fattiva collaborazione”.

La presidente elenca quanto fatto dall’assise cittadina in questi anni, ricordando la “costituzione in giudizio del Comune di Catania come parte civile nei processi di mafia, le modifiche apportate al Piano Urbanistico Attuativo del lungomare Playa volte ad un minore e più funzionale sfruttamento del territorio rispetto alle precedenti previsioni, il protocollo di legalità stipulato con l’Agenzia nazionale anti corruzione e gli altri atti richiamati nelle recenti prese di posizione dal Sindaco Enzo Bianco e da esponenti dell’amministrazione e dei partiti politici che la sostengono – prosegue.

In tale contesto, pur non negando che Catania è ancora oggi (così come numerose altre realtà del Sud del Paese) una città difficile, nella quale la presenza ed il radicamento della criminalità organizzata e non mirano a restringere gli spazi della convivenza democratica e a drogarne le regole di funzionamento soprattutto nei quartieri periferici e più popolosi e in alcuni settori dell’economia, le scelte fin qui operate dal Consiglio Comunale non sono mai apparse, dal mio punto di osservazione, figlie di interessi illeciti e/o contrarie a ragioni di interesse pubblico”.

Motivo per il quale, secondo la Raciti, i giudizi dovrebbero essere sospesi, o comunque ponderati alla luce dei fatti. E chiede di conoscere gli atti. “Non essendo ancora ufficialmente a conoscenza del contenuto degli atti che compongono il fascicolo dell’inchiesta portata avanti dalla commissione regionale antimafia (di cui si è appreso, a più riprese, da indiscrezioni giornalistiche) non ritengo utile entrare nel merito dei fatti oggetto dell’indagine e mi limito a restituire al mittente qualsivoglia tentativo, palese o malcelato, di delegittimare nella sua azione il Consiglio Comunale che mi onoro di presiedere. Chiedo alla commissione nazionale antimafia di conoscere in ragione del mio ufficio gli atti contenuti nel fascicolo dell’indagine della commissione regionale antimafia, dando la mia disponibilità, se lo si ritenesse utile, a collaborare. Infine, reitero la richiesta agli organi competenti di compiere in tempi certi tutti gli atti necessari a definire la vicenda in questione”. (LEGGI LA NOTA INTEGRALE)

Tra questi, potrebbe esserci quello dell’eventuale scioglimento del consiglio comunale, su cui insistono i rappresentanti del Movimento 5 Stelle che, domani pomeriggio, chiederanno direttamente al Ministro Alfano, in occasione del question time alla Camera, di istituire una commissione d’accesso che possa avviare le procedure per valutare se vi siano o meno i presupposti per lo scioglimento del senato etneo. “Credo che questo sia un caso molto grave, sottovalutato e di cui stranamente, si parla poco fuori da Catania. Eppure – continua – quello etneo è un caso che si sta verificando anche in altri comuni, come quello di Nola o di Porci, ma anche al Nord”.Secondo il deputato pentastellato, la richiesta legittima, se accolta, potrebbe portare alla luce altri elementi. “Secondo me – afferma Nuti – se si creasse la Commissione d’accesso scoprirebbe tanti elementi cjhe potrebbero portare allo scioglimento del Consiglio”.

Il question time di domani verterà sulle due vicende che hanno interessato l’antimafia: il Pua e la telefonata tra Bianco e Ciancio, e la relazione della commissione regionale.

 

 

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