Forse, Giuseppe Lupo somiglierà a un Harry Potter bisognoso di bacchette magiche e di miracoli, secondo l’urticante sfottò di Davide Faraone che una volta di più palesa il senso della parola “unità” in casa Pd. Finora gli è riuscita la magia a rovescio. Con il suo intervento all’assemblea di domenica, il segretario Pd ha messo tutti d’accordo. Contro di lui. Orlando, a momenti, tira fuori l’aglio dal taschino. La sinistra-sinistra ammonisce. Leanza storce la bocca. E Bianco riporta l’asse sul referendum. Ecco la linea del numero uno del Pd siciliano, annunciata agli iscritti: “C’è un vento nuovo che soffia, anche in Sicilia. I risultati elettorali e la straordinaria partecipazione ai referendum sono il segno della sfiducia degli italiani a Berlusconi. Il vento nuovo, ripeto, soffia anche in Sicilia, dove le amministrative hanno premiato il Partito Democratico. All’Udc che propone il modello Bagheria, rispondo che noi preferiamo il modello Vittoria, che ha visto una alleanza larga tra Pd, Terzo Polo, Sel e Idv. O, ancora, il modello di Lentini, che ha incluso anche la Federazione della Sinistra. All’Udc ricordiamo inoltre che in Liguria governa con Idv e Sel”. Le repliche non si sono fatte attendere. Leanza (Mpa): “Noi non siamo sotto osservazione, o dipendenti dalle scelte del Pd. Che, tra l’altro, da quando è al governo ha fatto sette assemblee… L’agenda, insomma, non la detta il Pd”. Orlando (Idv): “Il Pd deve assolutamente lasciare Lombardo. In caso contrario, non siamo disponibili a parlare di nulla. Lombardo è un Cuffaro senza cannoli”. “Le alleanze si costruiscono alla luce dei contenuti programmatici e noi, non avendo niente in comune con il Terzo polo, non siamo interessati a una grande ammucchiata basata solo sull’antiberlusconismo – e questo è il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Erasmo Palazzotto -. Noi vogliamo governare per cambiare la Sicilia e non per fare da stampella a Lombardo”. Insomma, una catastrofe, o appunto un prodigio capovolto. Una sottrazione dei pani e dei pesci.
Le reazioni rabbiose dei possibili amici mai così nemici, in realtà, legano a doppio filo il destino del Pd di Lupo alla sorte di Raffaele Lombardo. Orlando e la sinistra radicale chiedono un’abiura netta, cioè una sconfessione del rapporto finora coltivato tra i democratici e il presidente. Difficile che il gruppo di comando pidino accetti una retromarcia tanto autodistruttiva, in mancanza di garanzie o di elementi nuovi. Il prezzo da pagare per un’alleanza con Idv e Sel sarebbe l’ammissione di un errore e l’esclusione di ogni opzione centrista nell’Isola. E’ probabile che la navicella democratica continui a costeggiare nel vasto mare dell’oceano di Raffaele, incrociando la dita e sperando che nessuna tromba d’aria si frapponga sulla rotta: almeno da qui a domani.