Una volta, Arnaldo Forlani era immerso in un complesso ragionamento democristiano, tutto fumo e poco sugo. Un cronista osservò: “Ma lei, scusi, non sta dicendo niente…”. E Forlani, perfido: “Potrei continuare per ore”.
Ecco,la Prima Repubblica si aggrappava alle pareti levigate di una diabolica retorica. Dire per non dire, svelare per nascondere, pronunciare per occultare. Erano bei tempi, tuttavia il presidente Lombardo ci pare avviato su un sentiero promettente, sulla stessa strada di Arnaldo. Egli disse appena ieri: “I nomi degli assessori tra qualche ora”. Solo che, nel frattempo, è passato un giorno. Ma, se uno ci riflette, anche l’eternità è composta da “qualche ora”. Dunque, siamo noi i babbei vogliosi di misurare con un metro corto un tessuto che potrebbe essere molto più lungo: la stoffa dell’attesa. Siamo noi i rozzi cani a caccia lanciati sulle orme di un pista improbabile. Presidente, davvero, abbiamo apprezzato la sottigliezza. Ma francamente la crisi ci sta sfiancando. Siamo un po’ stanchini, come disse quel tale. Per la presentazione degli assessori facciamo nel 2013. E non se ne parli più.
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