PALERMO – Un vertice decisivo per capire se, e come, sindacati e Rap troveranno un accordo per far quadrare i conti dell’azienda: decisivo per i lavoratori, ovviamente, ma anche per una città che rischia di dover passare le feste natalizie in mezzo ai rifiuti per scioperi e mobilitazioni. Questo lo scenario che fa da sfondo all’incontro fissato per domani mattina tra il presidente Sergio Marino e le organizzazioni sindacali, che dovrebbe trovare la quadratura del cerchio, ovvero il modo di reperire gli undici milioni che mancano all’appello.
Da un lato i sindacati, che rifiutano la prospettiva di contratti di solidarietà e si dicono pronti a rivedere i turni domenicali (passando da 160 unità a 80), a rinunciare all’adeguamento contrattuale del 2014 e spingono per il passaggio di 175 addetti alla pulizia delle caditoie ad Amap. Dall’altro Marino che ha la necessità, entro Natale, di trovare un accordo per arrivare ad acquistare uomini e beni di Amia entro il 22 gennaio. “Io non ho intenzione di firmare proroghe né di procedere all’acquisto in queste condizioni – dice Marino a Livesicilia – è vero che la scadenza è il 22 gennaio, ma serve tempo per gli adempimenti burocratici. Se non si trovano i soldi, Rap rischia di fallire come l’Amia e questo non lo posso permettere”.
La normativa nazionale prevede che il servizio di raccolta dei rifiuti sia coperto interamente con la Tares e, visto che il sindaco Orlando ha già ribadito di non volerla aumentare, i soldi andranno trovati dentro l’azienda mediante i contratti di solidarietà temporanei. “Le proposte dei sindacati si basano su maggiori entrate di cui ad oggi non c’è alcuna certezza – spiega Marino – quello delle caditoie è un problema che l’amministrazione sta affrontando, ma senza la mobilità fra aziende non è risolvibile in pochi giorni ma in mesi. I sindacati devono capire che, senza un accordo e il conseguente acquisto, torneranno tutti all’Amia in cassa integrazione: a loro la scelta”. L’azienda, nel prossimo futuro, dovrebbe poter contare su maggiori entrate derivanti dalla possibilità dei comuni dell’hinterland di conferire rifiuti a Bellolampo (si parla di oltre un milione al mese di possibile introito) e dall’attivazione di Palermo differenzia 2, un progetto che vale 12 milioni, ma nel frattempo bisogna colmare i buchi e tamponare l’emergenza. “Non posso andare incontro alle richieste dei sindacati in queste condizioni – aggiunge Marino – ribadirò le mie posizioni”.
“Noi mettiamo sul tavolo 3,7 milioni – dice Dionisio Giordano, della Cisl -, il resto tocca al Comune, ma senza chiedere altri soldi ai cittadini. I lavoratori sono pronti a farsi carico di un terzo delle perdite del 2014 e sono dati certi, perchè basati su quelli dell’azienda. Se sono falsi ci diano quelli corretti. I cittadini sappiano che sono stati chiamati a pagare la Tares, che così fallisce il suo obiettivo – aggiunge -. I lavoratori possono andare in comando all’Amap ed essere pagati da quest’ultima”. “La verità è che ci sono i mezzi guasti e molti hanno la revisione scaduta – dice Massimiliano Giaconia di Alba – i lavoratori non c’entrano con i ritardi di questi giorni. Noi non vogliamo contratti di solidarietà, ma siamo disponibili a trattare su tutti gli accessori. Il sindaco ci chiede 40 euro al mese, noi siamo pronti a dargliene 130 rinunciando al 50 per cento del domenicale e al rinnovo contrattuale, a puntare sugli esodi incentivati e i prepensionamenti. Parliamo di 3,7 milioni l’anno”.