PALERMO – Un valzer di dirigenti a meno di due mesi dalla fine della legislatura. È l’ultima trovata del governo regionale. Una decisione, stando a quanto si apprende, voluta principalmente dal presidente della Regione Rosario Crocetta, che ha proceduto con le nuove nomine in qualche caso, sussurrano alcuni componenti della giunta, senza aver interpellato preventivamente l’assessore al ramo.
E così, ecco un nuovo balletto, in una legislatura contraddistinta da una pioggia inarrestabile di nomine e rotazioni, scandita dai cambiamenti e dalla confusione. Antonella Bullara lascia il dipartimento Lavoro e approda alla guida dell’Ufficio per l’informatica, nato inizialmente per assorbire le funzioni di Sicilia e-servizi, poi rimasto in piedi comunque. Al posto della Bullara al lavoro va Sergio Gelardi: il dirigente fino a ieri guidava il dipartimento del Turismo dove andrà invece Maria Cristina Stimolo, per anni a capo dell’Ufficio della Regione a Bruxelles, che lascia il dipartimento degli Affari extraregionali. Lì andrà invece Gaetano Pennino, che lascia il dipartimento dei Beni culturali dove verrà sostituito dal Soprintendente di Palermo, Maria Elena Volpes.
Nomine apparentemente incomprensibili, a questo punto della legislatura. Ma che formalmente “blindano” dirigenti in scadenza per i prossimi quattro anni. Anche se una recente norma all’Ars ha previsto per il governo che verrà la possibilità di applicare lo spoil system. Altre due nomine non sono arrivate per una motivazione solo formale. Non era la giunta, il luogo “giusto” e a mettere la firma il calce al provvedimento dovrà essere l’assessore al Territorio Maurizio Croce. Ma il governatore ha deciso. E ha scelto due fedelissimi. Un componente del suo ufficio di gabinetto e militante del Megafono, Enrico Vella e un altro uomo vicinissimo al presidente, Roberto Li Causi andranno alla guida dei Parchi delle Madonie e dei Monti Sicani. Crocetta ha già chiamato Croce dando questa indicazione. Una indicazione rivelata nel corso della giunta. Una riunione che ha prodotto l’ultima follia della legislatura: le rotazioni a 50 giorni dalle urne.