Regione, pioggia di pignoramenti | Nel 2018 "debiti” per 55 milioni - Live Sicilia

Regione, pioggia di pignoramenti | Nel 2018 “debiti” per 55 milioni

Commenti

    LIBERATE i cittadini dai cantieri INFINITI

    Questa situazione si trascina da tanti anni, la Regione è forse l’ente pubblico più pignorato al mondo intero. Ma la cosa ancora più grave è la totale mancanza di sensibilità verso questo problema che si riscontra a tutti i livelli, da quello politico degli assessori a scendere fino ai dirigenti e dipendenti degli assessorati interessati, con in testa quello dell’Istruzione. Un comportamento masochista ed alla fine umiliante per l’ente Regione visitato ormai quotidianamente dagli ufficiali giudiziari dei tribunali per la notifica di quantità industriali di pignoramenti e decreti ingiuntivi con, ovviamente, grande piacere da parte degli avvocati delle controparti che citano la Regione.

    Scusate ma per lo IAL fallito non paga nessuno.

    Pagherà chi lo ha gestito portandolo al fallimento.

    Non riesco a capire come un amministrazione possa autorizzare una spesa senza copertura finanziaria e sopratutto non comprendo come mai la Corte dei Conti non indaga su questi abusi la cui responabilità ricade sui quadri dirigenti.

    Fino a quando i Dirigenti Regionali non pagano di tasca loro, nessuno può fermare la marea di ricorsi, perderanno sempre tutte le cause ed il debito continuerà ad aumentare. Ci vuole un freno chi sbaglia deve pagare, non può pagare il cittadino per la strafottenza dei preposti, inoltre nessun controllo avviene nelle sedi istituzionali, neanche a campione.

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Gli ultimi commenti su LiveSicilia

Ma veramente il senatore e il garante comunale o regionale dovevano svolgere un ruolo di garanzia e controllo in precedenza non intervenire a cose fatte. Tutto ciò evidenzia che non servono poi tanto i carcerati ,i carcerieri se la cantano e se la suonano da soli ,salvo poi intervenire a cose fatte . E i vertici regionali delle carceri ????? Buuu non pervenuti!!

E' sconcertante come Salvini, che tra parentesi prima era contrario al ponte, adesso si ostini a esserne paladino e costringendo il governo a continuare un immane sperpero di fondi pubblici, soldi dei contribuenti, per un opera dal fortissimo impatto ambientale, in un area a altissimo rischio sismico, sede di faglia, e sicuramente no n prioritario rispetto alle tante criticità del sud e della Sicilia in particolare. Un opera tra l'altro la cui fattibilità è un grosso punto interrogativo, confutata da stuoli di esperti del settore dell'ingegneria dei ponti. No al ponte, si alle cose che davvero servono.

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