"Sminuirono" il lavoro di un collega | Processo per 5 dirigenti regionali - Live Sicilia

“Sminuirono” il lavoro di un collega | Processo per 5 dirigenti regionali

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Il 'caso' riguarda Gioacchino Genchi, anche lui dirigente della Regione, messo alla porta dall'assessorato all'Ambiente dopo un giudizio di valutazione insufficiente.

PALERMO – Tutti rinviati a giudizio. Per cinque dirigenti della Regione siciliana il processo inizierà il prossimo 4 maggio. Il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa ha mandato sotto processo per abuso d’ufficio i dirigenti generali Giovanni Arnone (ex Azienda foreste oggi alle Infrastrutture), Vincenzo Sansone (dipartimento Territorio), Sergio Gelardi (ex Beni culturali e oggi al Turismo), per l’ex dirigente generale Pietro Tolomeo e per il dirigente del servizio personale del Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco.

Il ‘caso’ riguarda Gioacchino Genchi, anche lui dirigente della Regione, che alcuni anni fa fu messo alla porta dall’assessorato all’Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una commissione composta da Arnone, Sansone e Maniscalco; all’epoca Tolomeo era a capo del dipartimento.

Ne scaturì una battaglia legale. Genchi ha sempre sostenuto di essere stato perseguitato perché ritenuto scomodo avendo assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i termovalorizzatori. Tre anni anni fa il dirigente, sostenuto dalla Cgil, ha ottenuto la riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro; nonostante ciò è rimasto ai margini dell’amministrazione.

Nell’aprile del 2008 la commissione di valutazione riconobbe a Genchi un punteggio di 58,01. Ben lontano dai 70 necessari per ottenere la liquidazione dell’indennità di circa 9 mila euro per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’amministrazione. Dalle indagini sarebbe emerso che le contestazioni mosse a Genchi sarebbero state “del tutto inconsistenti”. Inoltre, il dirigente del dipartimento Ambiente aveva sostenuto che il procedimento si era svolto senza il necessario contraddittorio. Genchi, insomma, non era stato convocato per spiegare la propria posizione. Non solo, nel 2010 una nuova commissione di valutazione, stavolta in contraddittorio, stabilì che il dirigente aveva ragione.

“Non c’è stata alcuna irregolarità nella procedura di valutazione e siamo certi di poterlo dimostrare in dibattimento”, hanno spiegato alcuni dei legali degli imputati, gli avvocati Bartolomeo Parrino, Ottavio Pavone e Francesca Romana De Vita.

 


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