PALERMO – Sono in tanti a fare i conti in tasca ai parlamentari del Movimento cinque stelle. Così come gli stessi grillini di stanza a Roma hanno fatto con quelli che oggi sono i loro colleghi alla Camera e al Senato. Nell’occhio del ciclone sono oggi proprio gli stipendi a cinque stelle e la mancata restituzione integrale che gli stessi pentastellati avevano annunciato. “Ne stiamo discutendo in modo normale”, afferma la deputata Laura Castelli. Mentre il capogruppo al Senato Vito Crimi aggiunge: “Vorrei rassicurare tutti che il Movimento cinque stelle manterrà fede agli impegni presi in campagna elettorale. Dateci qualche giorno e non vi deluderemo”. In realtà la questione è più complessa.
Agli eletti del M5S toccano infatti – come annunciato – cinquemila euro lordi mensili come indennità, più una cifra massima di 3500 euro per il rimborso delle spese sostenute. L’argomento più caldo riguarda proprio queste spese. Secondo quanto anticipato da ‘Repubblica’ fra i parlamentari grillini non tutti sono d’accordo con la medesima modalità di restituzione. E c’è chi sostiene vada lasciata libertà di scelta ai singoli se restituire o meno quanto non utilizzato a rimborso delle spese: dall’affitto ai pasti, passando per gli spostamenti che pure sono quasi interamente gratuiti per deputati e senatori. Il dibattito insomma prosegue, sia per via telematica che dal vivo.
È vero che la pattuglia pentastellata ha rinunciato già a 42 milioni di euro di rimborsielettorali, così come che restituisce poco più di 420mila euro mensili di indennità aggiuntive. Se però trionfasse il partito della “libera scelta” i grillini verrebbero comunque meno ad uno dei punti del loro codice di comportamento.
Oltre tutto questa decisione segnerebbe una distanza con quanto fanno i ‘portavoce’ grillini all’Assemblea regionale siciliana. Infatti i deputati del Movimento cinque stelle a Palazzo dei Normanni tengono per sé 2500 euro netti più le spese effettivamente sostenute e rendicontate che variano fra i 700 ed i 1300 euro. Sappiamo infatti che, per quanto riguarda il mese di marzo, la catanese Angela Foti ha speso 122 euro per utilizzare mezzi pubblici e il saccense Matteo Mangiacavallo ha speso 956,35 euro di rimborso benzina. Con i rendiconti online si scoprono pure le abitudini alimentari dei deputati: Valentina Zafarana è quella che ha speso di più con 140 euro, mentre la collega Gianina Ciancio ne ha spesi la metà, cioè 77 euro. Per quanto riguarda l’alloggio la più spendacciona è stata Angela Foti con i suoi 700 euro. Viaggia di più in auto chi abita più distante da Palermo, ovvero la siracusana Vanessa Ferreri che ha trattenuto 1206 euro di rimborso benzina. Non si sono mai fermati a Palermo per dormire i due trapanesi, Valentina Palmeri e Sergio Troisi. Fra le curiosità invece il fatto che Gianina Ciancio ha versato 665 euro come caparra per l’affitto di un appartamento.
L’unico a non aver ancora rendicontato le spese del mese di marzo è invece il vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino. Tutti dettagli che non sarebbero noti per i parlamentari nazionali qualora passasse la linea del no ai rendiconti. Tutto però è rinviato, toccherà ai gruppi parlamentari scegliere come comportarsi.