PALERMO – Il consiglio comunale di Palermo va in vacanza e, al suo ritorno, dovrà affrontare il rendiconto 2023. Una manovra decisiva per Palazzo delle Aquile, visto che contiene un avanzo di amministrazione che, sommato ai proventi dalle multe, supera i 60 milioni di euro.
Tesoretto che sta già facendo litigare la maggioranza, piccata per aver ricevuto dalla giunta una suddivisione per interventi già decisa a tavolino.
Peccato che la manovra arrivi col parere in parte contrario della Ragioneria generale, almeno su alcuni punti. Come già evidenziato dai Revisori dei conti del Comune e da una nota degli uffici contabili di via Roma, infatti, la Rap ha presentato un prospetto di debiti e crediti sprovvisto dell’asseverazione.
La società esterna ha messo nero su bianco di non aver ricevuto i documenti necessari per l’asseverazione; cosa che, per i revisori di piazza Pretoria, significa “dichiarare una tenuta di scritture contabili inattendibili”.
La bacchettata degli uffici
Il Ragioniere aveva già evidenziato l’anomalia e nel parere, per questo aspetto contrario, ribadisce che il fenomeno dei disallineamenti, ormai patologico e comunque non consentito, “continua a costituire una gravissima irregolarità contabile”. Con tutti i conseguenti rischi “per gli equilibri di bilancio futuri e per il buon esito del piano di riequilibrio” al vaglio del ministero e della Corte dei Conti.
Non certo il miglior viatico per il rendiconto che arriverà in Aula intorno al 20 agosto. Un appuntamento che sta mettendo in fibrillazione la maggioranza, alle prese anche con le nomine di sottogoverno.