Renziani all'attacco, Seminara:| "Il Pd a Catania non esiste" - Live Sicilia

Renziani all’attacco, Seminara:| “Il Pd a Catania non esiste”

L’esponente di FuturDem  dice la sua sul Pd etneo, non senza una punta polemica. E a Enzo Napoli consiglia: “Troviamo volti nuovi e non le solite persone piazzate perché sono fedeli a una segreteria politica piuttosto che a un’altra”.

Dopo il congresso
di
5 min di lettura

CATANIA – Serve un Pd più attento alla città e una segreteria provinciale costituita da esterni non organici alle varie correnti. Questo è il consiglio che il renziano Giulio Seminara dà al nuovo segretario Enzo Napoli. L’esponente di FuturDem, all’indomani del congresso, dice la sua sul Pd etneo, non senza una punta polemica. Il primo grande limite individuato da Seminara riguarda l’assenza di un programma sulla città. “A Catania ha vinto il candidato Bianco, la nostra lista ha ottenuto il quarto posto”, ricorda l’outsider che giura di non volere un posto all’interno segreteria provinciale. Seminara, invece, non si tira indietro dal dispensare consigli ai vertici di un partito che soffre dei disguidi propri di “un’organizzazione pachidermica” e di una selezione di classe dirigente troppo legata a criteri come “la fedeltà”. Il modello da seguire è quello di un Pd 2.0 sulla scia dell’area autonoma di cui fa parte: Futurdem. Un modello messo in piedi da un gruppo di giovani seguaci del primo Matteo Renzi quello che, per capirci, predicava la rottamazione e non le manovre di palazzo. “Ora che lui premier, noi ci candidiamo a denunciare ciò che il sindaco di Firenze non può più dire perché imbrigliato, pure lui, in inestricabili compromessi”, dice con candore Seminara.

La vittoria di Enzo Napoli è stata salutata come un capolavoro di unità del partito. E’ realmente così?

Enzo Napoli ha stravinto il congresso provinciale perché è stato appoggiato da tutti salvo una mera testimonianza dei così detti civatiani. Detto questo, c’è una sottile differenza tra unanimità e unità di intenti. Sotto gli scrosci degli applausi indirizzati ai segretari voluti da tutti ci sono stati grandi fallimenti politici come insegna la storia di Bersani. Io penso che il Pd debba avere un’unità di intenti rispetto alla città di Catania, alla gestione dai vari comuni locali e all’idea di partito da mettere in campo.

A cosa si riferisce esattamente?

Bianco è una persona molto autorevole e possiede una marcia in più. Basti pensare alla rapidità con la quale sta sciogliendo le vertenze riguardanti il teatro Bellini e la Cesame grazie alla credibilità di cui gode presso il governo regionale. Bianco ha quell’aura istituzionale e gode di prestigio in ambito nazionale. Ha istituito recentemente il distretto Sicilia sud est con Siracusa teso a migliorare il turismo anche durante la bassa stagione, è stato capo delegazione all’Anci e ha ottenuto cento milioni di finanziamenti importanti per rendere Catania una smart city. Noi non possiamo lasciare Bianco da solo. Il Pd, ricordo, ha sì vinto le elezioni comunali ma grazie al candidato Bianco. Il Pd è arrivato quarta lista. Io voglio sapere quali sono le proposte dei nostri consiglieri in merito al porto. Faccio mie le parole del dottore Ursino: “E’ una follia che il nostro porto, che avrebbe una valenza croceristico-turistica, debba essere totalmente allontanato dalla città e protetto da mura come fosse una fortezza inaccessibile”. Noi non parliamo mai del sistema porto o del degrado del lungomare. Mi sembra che, a parte qualche sporadico intervento come quello del consigliere Notarbartolo che ha determinato la riqualifica di villa Fazio, il Pd sia stato poco presente. Voglio un Pd più inclusivo e all’altezza delle aspettative dei catanesi.

Cosa ha determinato questo stato di cose rispetto alle politiche da mettere in campo nell’amministrazione della città?

Dopo le amministrative non c’è mai stato un momento vero di confronto e di dialettica interna perché c’è stato il commissariamento del Napoli primo, del Napoli bis e adesso il Napoli ter. Non abbiamo neanche organizzato la festa democratica, questa è una ferita per molti di noi. Penso che sia fondamentale dire a Enzo Napoli che il Pd non è un partito attrattivo a Catania città e che la segreteria provinciale non deve essere costituita da persone che c’erano nei precedenti e fallimentari esecutivi provinciali. I nomi dei componenti della segreteria non vanni inseriti attraverso il manuale Cencelli de noantri, cosa che suscita sempre una sorta di autoreferenzialità barocca che allontana i simpatizzanti, gli spiriti liberi, i lavoratori e gli studenti veri (quelli che non sono pagati da nessuno). Servono persone competenti, vorrei un intellettuale come riferimento della cultura nell’attuale segreteria.

La sua è un’autocandidatura per la segreteria provinciale?

Assolutamente no perché non mi ritengo un intellettuale. Penso che ci vorrebbe un esponente di spicco della lotta al racket o un magistrato, qualcuno che ha fatto vera antimafia oppure un esponente con la delega alla sanità che sappia come funziona il sistema ospedaliero catanese. Le deleghe tematiche devono avere molta importanza. Il Pd è un partito che risente di un’organizzazione di stampo veterocomunista strapiena di convenzioni pre o post congresso. La gente si stanca come dimostrano i dati di affluenza delle primarie regionali. Dobbiamo dare meno peso alle logiche interne di burocrazia e organizzazione che sono sempre più opache: una mastodontica organizzazione che non si traduce mai in consenso elettorale. Bisogna dare più attenzione alle libere intelligenze e alle competenze. Peschiamo fuori da Pd troviamo volti nuovi e non le solite persone piazzate perché sono fedeli a una segreteria politica piuttosto che a un’altra.

Qual è lo stato di salute della vasta e composita galassia dei renziani etnei?

Allo scorso congresso provinciale, quello che è naufragato poco prima che i nostri simpatizzati potessero andare a votare, io, l’onorevole Vullo, e Giuseppe Aiello avevamo posto in essere la candidatura di Mangano che era indubbiamente il migliore candidato possibile. Siamo rammaricati del fatto che il congresso non si sia svolto. Questo è il gruppo dei renziani della prima ora. Poi ce ne sono tanti altri che hanno appoggiato Renzi alle primarie nazionali contro Cuperlo e sono bene accetti. L’inclusività e l’apertura sono i cardini del così detto renzismo. L’importante, però, è essere coerenti con noi stessi. Io, ad esempio, appoggio Renzi dal 2011.

Pensa che per la segreteria cittadina si riproporranno lotte intestine con candidature contrapposte o si convergerà su un nome di sintesi?

Ho capito che c’è un fortissimo braccio di ferro sotterraneo tra i Montecchi e i Capuleti nostrani. Io auspico che ci sia una soluzione forte rispetto alla città, di stimolo sull’amministrazione e di radicamento del partito democratico. Però sui tempi, le dinamiche e i nomi io non ho informazioni perché questa è una discussione da cui, purtroppo, sono estranei tutti tranne due singole componenti.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI