Le rette e l'appello alla deputazione: "Così rischiamo il default"

Le rette e l’appello alla deputazione regionale: “Così rischiamo il default”

L'allarme dei piccoli Comuni

CATANIA – Più o meno informalmente, alcuni dei primi cittadini dell’isola qualche messaggio se lo sono passati: “Di questo passo si rischia il default. Vediamo chi sarà il primo”. 

La vicenda è tutt’altro che nota ma rischia di divenirla a suon di Bilanci quasi impossibili da chiudere. E riguarda le rette legate all’ambito dei servizi sociali. Ad uscire allo scoperto tra le pagine di LiveSicilia è il sindaco di Mirabella Imbaccari, Giovanni Ferro, che prova a scagliare la classica pietra nello stagno nella speranza di smuovere le acque.

L’appello

“Il mio è certamente un appello a tutta la deputazione regionale: e lo faccio senza minimamente guardare al colore politico. Le rette per i portatori di handicap, per le vittime di violenza e le rette per minori hanno portato Comuni come il mio a restare ingessati da una spesa che non ci permette di svolgere anche solo l’ordinaria amministrazione”. 

Un intervento che non mira a sottovalutare l’importanza di servizi più che necessari: è semmai il voler porre l’accento su un sistema che così com’è non cammina.

“Semplicemente non ce la facciamo a poter fare quadrare i conti. E per i piccoli Comuni è peggio. Non abbiamo margine di manovra. C’è una circolare regionale che parla di una compartecipazione della Regione e di un 40% per il quale dovrebbe contribuire anche l’Asp.

Quello che chiedo ai deputati regionali è che o si rimpinguano i capitoli oppure si faccia chiarezza sulla quota che dovrebbe mettere in atto l’Asp. Così rischiamo di andare in dissesto”.

Un fatto, quest’ultimo, che Mirabella Imbaccari ha già vissuto recentemente. “Il mio è un Comune virtuoso che viene già da un dissesto – conclude Ferro – dal quale siamo riusciti a venire fuori e malgrado tutti i sacrifici che sono stati fatti, in queste condizioni non riusciamo a risolvere le problematiche con le quali ogni giorno ci ritroviamo a fare i conti.

La palla passa all’Ars

Siamo beneficiari di circa 30 milioni finanziamento e per un paese piccolo come il nostro non è cosa da poco. Ma tutto questo diventa vano”.

Inutile dire che la palla passa  all’Ars. Prima che quel sasso nello stagno diventi un macigno.


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