CATANIA – Continua il trend positivo a livello mondiale per la StMicroelectronics, che viaggia con il segno più anche per il secondo trimestre del 2018. In termini di ricavi, infatti, il colosso italo-francese della microelettronica ha chiuso con un +18% pari a 2,27 miliardi di dollari, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In previsione per il terzo trimestre c’è un +10% che equivale quasi ad un 17% in più sul 2017, con un margine lordo del 40%. Numeri incoraggianti come spiega il segretario provinciale della Ugl metalmeccanici, Angelo Mazzeo, in vista delle prossime sfide che l’azienda sarà chiamata ad affrontare anche da Catania. “E’ un dato assolutamente positivo che ci fa ben sperare per il futuro. StM sta andando a gonfie vele rispetto al passato, quando il mercato dei semiconduttori è andato in forte sofferenza, ma non bisogna dimenticare che in tutti questi anni uno dei pilastri fondamentali è stato lo stabilimento catanese. Per questo riteniamo che una parte di questo successo venga attribuito al nostro polo produttivo – aggiunge Mazzeo, che in StMictroelectronics fa anche parte della rappresentanza sindacale unitaria – e che questo non debba mai essere trascurato dai vertici, ma al contrario valorizzato con nuovi investimenti e più assunzioni. Catania non si può fermare solo all’avvento di nuovi materiali come il carburo di silicio o l’apertura dell’M9 (che darà occupazione a 400 lavoratori, ed i cui lavori sono in ritardo di un anno e pronto al 70%), perché a nostro avviso può guardare a prospettive ulteriori di crescita per i prossimi anni. Nel frattempo, dopo aver a suo tempo avallato l’accordo sul 21° turno, continuiamo a chiedere il compimento della garanzia occupazionale sui 150 dipendenti da assumere, così come la stessa intesa prevedeva, oltre a richiamare in servizio gli ex summer job (anche le poche decine di unità chiamate fino al 2011 ed inspiegabilmente non più tenute in considerazione) per un totale di circa 300 nuove unità da stabilizzare. Sarebbe un grande riconoscimento per la nostra città e la sua area industriale, in questo particolare momento di crisi nel mondo del lavoro, una boccata di ossigeno per numerosi giovani. Ci dispiace, però, che su Catania si sua puntato sulla produzione della fetta a 8 pollici, con un investimento pari a circa 300 milioni di euro per le strutture e per la ricerca, quando la fetta a 12 pollici verrà invece prodotta ad Agrate Brianza dove StM ha già investito 1 miliardo di dollari – continua il sindacalista. Ben venga l’accordo con Invitalia, anche se a nostro avviso non basta affatto per assicurare un domani ad uno stabilimento che merita di più, come ad esempio anche la valorizzazione del personale interno.
Una vision poco attuata, a vantaggio di singole assunzioni esterne, che di certo non contribuisce a motivare i lavoratori. Da quando StM ha cominciato a reinvestire, il titolo in borsa è triplicato e i conti odierni sono in ascesa, per questo crediamo che la dirigenza debba dare allo stabilimento etneo la dimensione che merita per quello che da oltre cinquant’anni ha dato a livello mondiale.”