CATANIA. “Tutte le cose vengono prima sognate”, scrisse il poeta francese Gilbert Troillet. Certo, però, che risulta difficile credere che i sindaci dei 18 Comuni dell’Ato 3 abbiano potuto anche solo immaginare un epilogo del genere. Per stoppare quella che rischiava di divenire l’emergenza rifiuti più drammatica di sempre hanno dovuto ingoiare il rospo amaro di riconoscere in toto, o quasi, il debito maturato nei confronti del Consorzio Simco. Un incontro fiume quello di ieri pomeriggio in Prefettura, protrattosi dalle 16.30 alle 20.30. Quattro ore filate nel corso delle quali la tensione è salita alle stelle col passare dei minuti. Con lo scorrere degli interventi. La mediazione essenziale del Prefetto Francesca Cannizzo e la personalità asciutta dell’assessore regionale Nicolò Marino alla fine hanno portato ad una sorta di compromesso che almeno al momento rimette in moto, già da stamane, la raccolta dell’immondizia.
I TERMINI DELL’ACCORDO. Per i 18 Municipi l’intesa di ieri è finanziariamente devastante. Anzitutto, tutti i singoli Comuni si impegnano a deliberare un Piano di rientro spalmato in 20 anni che consentirà di estinguere tutti i debiti maturati fino al 2010 (il Comune di Santa Maria di Licodia non è stato però favorevole). Sarà l’Ato nei prossimi giorni a quantificare e certificare i debiti maturati. Ma in tutto il contesto ci sono da calcolare anche gli interessi maturati: argomento questo che ha rischiato ad un certo punto di far saltare il banco. La Simco ha, però, aperto uno spiraglio che ha risollevato la discussione: “Sugli interessi possiamo sederci e parlarne”. Da questa mattina i sindaci saranno chiamati a firmare le ordinanze necessarie a far riprendere il servizio. Questo perché gli stessi primi cittadini si sono fatti carico di versare da qui ad almeno il prossimo mese di giugno (da luglio verrebbero riscossi i soldi della Tares) i soldi per l’espletamento della raccolta direttamente alle ditte del Consorzio. Si tratta di un passaggio fondamentale che mette ai margini il ruolo stesso dell’Ato. Ma è anche l’aspetto più rischioso della faccenda poiché espone i Comuni ad un rischio finanziario al quale potrebbero anche non riuscire a far fronte.
IL RUOLO DELLA REGIONE. L’assessorato ha in capitolo una voce-rifuti da 100 milioni di euro. Una volta deliberati i Piani di Rientro, da Palermo 8/10 milioni potrebbero essere girati all’indirizzo dell’Ato 3.
IL RUOLO DELLA PROVINCIA. Il Commissario straordinario di Palazzo Minoriti, Antonina Liotta, si è impegnato a liquidare già questa mattina circa 1 milione di euro a favore del Consorzio per agevolare la ripresa della raccolta attraverso una liquidità quasi immediata.
LO SCENARIO. C’è una data da fissare sul calendario ed è quella del prossimo 22 febbraio: per quel giorno dovrebbe costituirsi la Srr che cancellerebbe nove anni disastrosi di Ato. Lunedì pomeriggio, invece, c’è l’assemblea dei sindaci assieme al Commissario liquidatore di Simeto-Ambiente, Angelo Liggeri.
LE REAZIONI. Concetta Italia (Presidente Simco): “Si tratta pur sempre di una soluzione tampone. Ma senza l’aiuto del Prefetto Cannizzo e dell’assessore regionale Marino non si sarebbe arrivati nemmeno a questa. C’è stata anche la buona volontà da parte dei sindaci: non di tutti a dire la verità, ma va bene così. Ho apprezzato anche la disponibilità della Provincia che ha messo a disposizione una somma importante. Gli interessi maturati sinora? Io dico: prima quantifichiamoli e poi vedrete che troveremo un punto d’incontro”.
Nicolò Marino (Assessore regionale): “E’ stato un gran gesto quello dei sindaci che con responsabilità si sono sobbarcati anche i debiti maturati che in alcuni casi avevano prodotto altri”.
Pasquale Lavenia (Assessore Biancavilla): “Il paradosso è che un Comune come il mio pur essendo in regola ha dovuto subire questa vicenda. Comunque, adesso dobbiamo necessariamente guardare avanti: di sicuro, senza l’intervento del Prefetto e dell’assessore regionale non si sarebbe trovata una soluzione”.
Mauro Mangano (Sindaco Paternò): “Alla fine, credo che si sia trovata una buona soluzione. Il fatto che tutto passi ai Comuni non può che essere un dato positivo: ci prendiamo una grande responsabilità, è vero. Ma è anche vero che così possiamo avere un rapporto finalmente diretto con le ditte. L’esposizione finanziaria? E’ un rischio, lo sappiamo: ma lo sarebbe stato in ogni caso”.
Angelo Villari (Segretario provinciale Cgil): “E’ certamente un accordo frutto dell’emergenza. Si è stabilito un percorso che attraverso i Piani di rientro potrà sbloccare diverse meccanismi. Mi preme evidenziare che, anche in questo caso, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno dato un contributo concreto alla vicenda”.