CATANIA – Arriva il commissariamento per la Ecocar Ambiente srl la ditta casertana raggiunta a fine gennaio da un’interdittiva antimafia, che gestisce insieme alla Senesi l’appalto dei rifiuti a Catania. La prefettura di Latina ha già emesso il provvedimento e nominato i commissari che prenderanno in mano le redini della società per i prossimi mesi. Questo garantirà, almeno fino alla fine di marzo – ovvero quando scadranno i termini del contratto – il proseguo delle attività e scongiurerà soprattutto un’eventuale interruzione dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti in città. Il timore era infatti che l’interdittiva potesse compromettere anche l’appalto catanese (già in proroga) provocando di conseguenza un’emergenza sanitaria.
Sciolti anche i dubbi per il futuro. La società di proprietà della famiglia Deodati potrebbe anche ottenere una nuova proroga a meno che il Comune non tenti di nuovo la gara settennale, dopo che l’ultima è andata per la terza volta deserta. Ma non è escluso neppure l’avvio di una gara ponte in attesa che l’amministrazione lavori al capitolato. Tutto è in fase di valutazione, insomma, come l’assessore comunale all’Ambiente, Rosario D’Agata spiega a LiveSicilia: “Stiamo riflettendo su cosa fare – può anche darsi che proveremo nuovamente la settenale. Intanto il commissariamento della Ecocar ci ha messo al sicuro perché potremo garantire almeno fino alla fine di marzo la continuazione dei servizi”. I funzionari prefettizi potrebbero anche fare visita a Catania proprio allo scopo d’interloquire con l’amministrazione catanese in merito all’appalto e alle prossime mosse.
Quanto all’interdittiva antimafia che ha colpito la Ecocar, si sarebbe trattato di un effetto domino. La società – come hanno riportato diversi quotidiani campani – non sarebbe infatti stata raggiunta dal provvedimento per ipotesi di corruzione o infiltrazioni mafiose. La notifica è correlata di riflesso all’Ati (associazione temporanea imprese) che la società di Deodati ha firmato a Catania con la Senesi, il gruppo di Rodolfo Briganti finito di recente al centro della maxi operazione giudiziaria Gorgoni. L’inchiesta aveva fatto scattare le manette per 16 persone fra cui esponenti di clan mafiosi e colletti bianchi accusati a vario titolo di corruzione nell’ambito del settore dello smaltimento dei rifiuti.