PALERMO – Una città sommersa dall’immondizia, un sindaco che punta il dito contro i dirigenti, i sindacati che chiedono investimenti, un presidente che accusa apertamente i lavoratori, il tutto mentre il consiglio comunale si occupa di Tari. Benvenuti nel caos Rap, la società che ha preso il posto dell’Amia ma che da giorni è tornata nell’occhio del ciclone.
Il tutto è nato dalla lettera che Leoluca Orlando nei giorni scorsi ha scritto al presidente della Rap Sergio Marino con cui ha precisato, senza mezzi termini, non solo di non voler pagare un euro in più per un servizio scadente, come dimostrano i cumuli di rifiuti che dal centro alla periferia accolgono i turisti, ma anche di essere pronto a licenziare in tronco i dirigenti che nel giro di pochissimi giorni non sapranno raddrizzare la situazione. Perché se è vero che l’azienda soffre di una cronica mancanza di mezzi funzionanti, posto il fatto che a breve arriveranno quelli nuovi e quindi si spera più efficienti, dall’altra a far saltare i nervi al sindaco ci hanno pensato i disservizi causati dai lavoratori.
Marino, in modo esplicito, ha dichiarato alla stampa che alcuni operatori vogliono solo imboscarsi o che non svolgono correttamente il servizio, ignorando i cumuli di immondizia troppo grandi. Tanto è bastato per scatenare la reazione dei sindacati, che chiedono invece provvedimenti disciplinari verso i fannulloni ma soprattutto investimenti concreti. A questo si aggiunge la polemica politica, con i partiti di opposizione sulle barricate per una Tari salatissima, nonostante un taglio del 7%, e una città che, con buona pace dell’Unesco e dei turisti, si ritrova in estate, ancora una volta, in piena emergenza rifiuti.
Ad essere colpite maggiormente sono le periferie, dove la raccolta procede a singhiozzo, ma è un po’ tutta la città a essere invasa da immondizia di ogni genere. Il sindaco ha chiesto a Marino interventi drastici, intenzionato com’è a non voler continuare a far pagare ai palermitani il salvataggio di quel che resta dell’Amia in cambio di una città sporca. Il Professore sa che l’operazione Rap può rappresentare il fiore all’occhiello della sua sindacatura o, in caso di fallimento, il suo più grande boomerang e per questo è deciso a non tollerare altri disservizi.