CATANIA – Per la prima volta al mondo due equipe di scienziati sono riuscite a coltivare embrioni umani in vitro per 13 giorni, finora infatti non erano mai sopravvissuti oltre il nono. Clonazione, gameti in vitro, utero artificiale, ingegneria genetica sono questi i temi che accendono le speranze di coloro che, non potendo avere un figlio naturalmente, si affidano alla scienza e al progresso tecnico. In tal senso anche gli omosessuali che lo desiderano, hanno affidato alle umane sorti progressive, la loro speranza di avere un figlio. E la scienza, la tecnologia e infine anche la società sembrano aver ascoltato i loro aneliti genitoriali tanto che oggi è diventato sempre più realistico pensare che due uomini, o due donne, possano avere un figlio.
Egoismo o diritto naturale? Se n’è parlato in questi giorni a Catania con Maurizio Balistreri, ricercatore di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, il quale è impegnato nella presentazione nazionale del suo ultimo libro sul tema, che s’intitola proprio: “Il futuro della riproduzione umana”, edito da Fandango, Roma.
Qualche mese fa infiammava la polemica sulle adozioni gay, poi stralciate dal ddl Cirinnà sulle coppie di fatto. Ma per le coppie omosessuali, secondo lei è giusto che abbiano diritto ad un figlio? Non solo è giusto che le coppie dello stesso sesso abbiano il diritto di avere un figlio ma nei prossimi decenni lo sviluppo scientifico e tecnologico potrebbe permettere anche a persone dello stesso sesso di avere insieme, se lo desiderano, un proprio figlio biologico senza ricorrere ad un donatore di gameti. Oggi soltanto le coppie eterosessuali possono avere un figlio a partire dal proprio codice genetico, domani anche le coppie gay o lesbiche potrebbero avere quest’opportunità, in quanto dalle cellule del corpo di ogni persona si potrebbero ottenere sia spermatozoi che cellule uovo. Naturalmente, almeno finché non sarà possibile sviluppare un embrione al di fuori del corpo materno, le coppie gay avranno sempre bisogno di una donna che porta avanti la gestazione per loro. Ma la gestazione per altri può essere scelta per ragioni esclusivamente altruistiche e inoltre le forme che prevedono un compenso economico possono essere regolamentate per escludere qualsiasi sfruttamento.
Siamo sicuri che i figli cresciuti all’interno di un rapporto omosessuale non abbiano traumi psicologici per il fatto di vivere in un ambiente familiare poco convenzionale? Le ricerche condotte sui bambini di coppie dello stesso sesso non evidenziano elementi negativi, come ad esempio traumi psicologici, rispetto ai bambini che nascono e crescono con genitori eterosessuali. Quello che emerge è che per un bambino non è importante l’orientamento sessuale dei propri genitori quanto piuttosto la loro capacità di volergli bene e di crescerlo in un ambiente sereno. Quindi non abbiamo motivo per negare alle coppie dello stesso sesso il diritto di avere un figlio: questo, del resto, è ormai un dato acquisito di molti paesi europei e del mondo occidentale. Ma lo stesso discorso si potrebbe fare per i bambini che domani potrebbero nascere con un solo genitore biologico: in futuro potrebbero essere sviluppate tecnologie riproduttive (come, ad esempio, la clonazione, la partenogenesi e i gameti artificiali) che potrebbero aprire scenari di questo tipo. Non soltanto di famiglie con un solo genitore, per morte o assenza del partner, è pieno il mondo, ma le ricerche che abbiamo mostrano che i bambini di donne sole, per scelta, possono crescere bene.
Non crede che stiamo compiendo un salto nel buio? Il campione analizzato da questi studi da Lei citati quanto è rappresentativo della situazione reale?
Capisco la preoccupazione che hanno ancora molte persone. Comprendo anche le resistenze di quanti sono nati e cresciuti in un altro periodo storico, caratterizzato da un particolare sfondo culturale, e la loro fatica ad accettare i grandi cambiamenti che stanno avvenendo nelle società occidentali. C’è una difficoltà naturale a valutare obiettivamente le cose che si presentano per la prima volta, una predisposizione altrettanto naturale a non deviare dal comportamento abituale e soprattutto abbiamo alle spalle un modello di riproduzione, incoraggiato dalla cultura e dall’educazione, che nel nostro paese non favorisce i matrimonio e la genitorialità delle coppie gay e lesbiche. Sono convinto però che siamo anche capaci di assimilare “ciò che è nuovo” e in questo modo di trasformarlo in qualcosa che completa e caratterizza la nostra umana: non ho dubbi pertanto che molto presto anche da noi i diritti delle persone dello stesso sesso vengano pienamente riconosciuti. Quello che vogliono dire, in altri termini, è che i nostri atteggiamenti e giudizi cambiano. Questo è avvenuto già con la riproduzione assistita che, dopo essere stata percepita come una tecnologia incompatibile con la nostra umanità, appare oggi come un modo alternativo per far nascere bambini. Qualcosa del genere potrebbe accadere in futuro con le nuove tecniche riproduttive che potrebbero perdere quella patina di perversione che ancora le accompagna.
Io mi chiedo quale sia il limite. La religione, per esempio, pone dei limiti chiari. La coppia è costituita dall’unione di un uomo con una donna ed in seno a questa unione è possibile avere dei figli. Qui i limiti morali a questo punto quali sarebbero? Dove va la ricerca in questo senso? Riguardo alla morale, dal mio punto di vista, c’è sicuramente un progresso morale perché ci troviamo in una fase di passaggio in cui persone che fino ad ora erano state escluse dal pieno godimento dei diritti fondamentali vengono finalmente riconosciute come membri effettivi della nostra comunità morale, quindi secondo me siamo in una fase importante di allargamento del cerchio della moralità a individui che prima invece ne erano esclusi. Una fase che si ripete nella storia. Prima ad esempio alle donne venivano negati tanti diritti. E le persone venivano discriminate sulla base del colore della pelle. Oggi un atteggiamento di questo tipo appare ormai inaccettabile. Domani anche nel nostro paese apparirà inaccettabile penalizzare le persone – e non riconoscere, ad esempio, il loro diritto ad avere una famiglia – soltanto perché amano persone del loro stesso sesso.
Un’inclusione morale e sociale che però per la prima volta supera un limite naturale e religioso. Gli uomini e le donne di diverso colore della pelle sono considerati fratelli dal punta di vista religioso cristiano, per esempio, mentre il figlio nato dalla coppia omosessuale è qualcosa di estremamente artefatto, una chimera si direbbe, nata solo grazie allo sviluppo tecnologico. Finora avevamo l’idea che la riproduzione dovesse essere legata alla sessualità. Il momento generativo legato al momento unitivo sessuale. Ormai questi due momenti si sono separati. Non solo attraverso la contraccezione possiamo fare sesso senza avere dei figli. Ma oggi grazie alle nuove tecnologie possiamo avere dei figli senza rapporti sessuali, concependo gli embrioni in provetta. Ciò permette di avere dei figli senza il concepimento naturale a persone che altrimenti non potrebbero riprodursi: e questo dà opportunità nuove non soltanto a donne che, ad esempio, non hanno più cellule uovo, ma, per l’appunto, anche coppie dello stesso sesso. Oggi, per altro, le coppie gay e lesbiche hanno bisogno degli spermatozoi di un donatore o degli ovociti di una donatrice, ma, come dicevo, è possibile che questo in futuro non sarà più necessario perché ogni donna, oltre alle cellule uovo, potrà avere e usare per la riproduzione anche spermatozoi e gli uomini, oltre agli spermatozoi, anche ovociti. Mi riferisco alle ricerche sui gameti artificiali che, come spiego nel libro, potrebbero cambiare radicalmente lo scenario riproduttivo permettendo, ad esempio, anche di avere un figlio da soli.
L’uomo si sostituisce a Dio, secondo lei? Credo che gli esseri umani da sempre cerchino di intervenire sulla natura e modificarla a proprio vantaggio. È successo 2000 anni or sono, è successo 100 anni fa e continua sempre ad essere. Sin dai tempi del fuoco l’uomo, per esempio, ha pensato di intervenire sulla natura cuocere il proprio cibo. Anche questa è un’alterazione tecnologica della natura utile all’essere umano per masticare, digerire meglio le carni degli animali, per esempio, e ricavarne un maggior valore nutritivo. Ancora oggi continuiamo a modificare il nostro orizzonte naturale, anche per quanto riguardo la riproduzione. In questi termini, lo sviluppo di nuove tecnologie riproduttive è qualcosa del tutto naturale.
Cosa possiamo aspettarci in futuro nel campo della riproduzione? Finora ognuno di noi è venuto al mondo da due genitori o ascendenti biologici: un uomo e una donna. Nel prossimo futuro questa condizione potrebbe cambiare, in quanto accanto ad individui che nascondo da una sola persona (pensi anche alle possibilità che potrebbe aprire la clonazione riproduttiva), ci potrebbero essere persone con un numero imprevedibile di ascendenti biologici. La più grande rivoluzione che le nuove tecnologie riproduttive promettono è legata alla scomparsa della sterilità, in quanto ognuno di noi potrebbe avere spermatozoi e cellule uovo per tutta la vita. Ma potremmo arrivare anche a sviluppare un utero artificiale e quindi essere in grado di avviare e seguire la crescita dell’embrione al di fuori del corpo materno e le nuove tecniche di ingegneria genetica (genome editing) potrebbero metterci nella condizione non soltanto di curare ma anche di potenziare le capacità umana. Ci aspetta un futuro che ancora non siamo capaci di immaginare. Cambiamenti non meno importanti potrebbero avvenire poi anche a livello sociale e famigliare in quanto, come spiego sempre nel libro, si potrebbe nascere da un numero variabile di genitore.