Barche, skipper e presunti noleggi in nero. Scandalo Gesip. Rinvii a giudizio piovuti sulle teste della dirigenza Amia, mentre la città soffoca, sommersa dai suoi stessi rifiuti. Pioggia, allagamenti, rete fognaria incapace di fronteggiare l’emergenza. Belmonte Chiavelli immersa nel fango. Lo spettro della mozione di sfiducia che si aggira tra i corridoi del Palazzo, mentre la giunta comunale delibera il raddoppio dell’addizionale Irpef.
Come se non bastassero i tanti guai di cui discutere nelle stanze dei bottoni di piazza della Vergogna, arriva, come una spada di Damocle, la sentenza del Tar che boccia l’aumento del 75 per cento della Tarsu (la tassa sui rifiuti), deliberato dalla giunta Cammarata nel 2006. Il ragioniere generale denuncia 40 milioni di euro di indebitamento, che sommati ai precedenti ‘buchi’ creano un negativo di 150 milioni al Comune. E avverte “Stop a tutte le spese non necessarie”.
Angelo Cuva, avvocato tributarista e presidente dell’Autorità per i servizi pubblici locali nel biennio 2003/2005, ipotizza gli scenari che si prospettano per il governo palermitano.”Per quanto riguarda la Tarsu, si tratta ancora di una situazione sub judice. Immagino che la giunta farà appello al Cga (consiglio giustizia amministrativa, ndr) per chiedere la sospensiva della sentenza del Tar. Il Comune sarebbe obbligato a risarcire i contribuenti dell’eccesso più gli interessi, qualora il Cga non dovesse concedere la sospensiva. Diversi privati, in questi giorni, si sono rivolti sia a me che ad altri colleghi per avviare le richieste di rimborso. Il mio consiglio in questo momento è di restare cauti e aspettare che il Cga si esprima, perché potrebbe anche concedere la sospensiva”.
In merito ai passivi del comune di Palermo, Cuva prosegue “il ragioniere generale ha posto un termine, se l’emergenza finanziaria non si arginasse entro tale data, si arriverebbe a dichiarare la situazione di dissesto finanziario del Comune, come al testo unico degli enti locali. Non bisogna, inoltre, dimenticare che per ogni anno c’è il buco di 40-45 milioni di euro che va a sommarsi a una situazione già complicata”.
Quali soluzioni ipotizzabili? “Mi auguro che i cittadini palermitani non dimentichino che il comune appartiene a tutti e che si arrivi a concertare una soluzione ragionevole, che potrebbe essere la richiesta di rimborso del solo eccesso e non del 100 per cento dell’ammontare dell’imposta sui rifiuti. Sarebbe già tanto se non si arrivasse al contenzioso. Il mio personale auspicio è che, in un momento particolarmente complicato per la città, non si arrivi all’esasperazione della conflittualità”.