PARTINICO (PALERMO) – Un’auto a fuoco, poi le continue minacce e i dissidi. Da tempo ormai due famiglie di Partinico erano entrate in contrasto, al punto da dare vita all’escalation di violenza che oggi ha provocato la tragedia. In via Cimabue, stamattina, è stato l’inferno. Nella cittadina a cinquanta chilometri da Palermo un gruppo si è recato nella zona centrale del paese armato di spranghe e bastoni. “Non finisce qui” aveva detto uno degli aggressori, ieri sera, alla famiglia che abita in via Cimabue.
E’ così è stato, con un epilogo di sangue. Antonio Salvia, 23 anni, è stato colpito a coltellate almeno quattro volte. Ad accertarlo è stato il medico legale che ha effettuato una prima ispezione cadaverica. Il giovane, che aveva precedenti per spaccio, è morto poco dopo essere arrivato all’ospedale di Partinico, lascia la moglie e due figli.
Il fendente al torace lo ha ucciso perché ha colpito organi vitali ed ha provocato una grave emorragia interna. I carabinieri della compagnia di Partinico, guidati dal capitano Marco De Chirico, sono arrivati sul posto ed hanno ascoltato testimoni, parenti della vittima, residenti della zona. Diverse persone sono state condotte in caserma e i presunti aggressori sarebbero già stati individuati. Da accertare chi abbia materialmente impugnato il coltello che ha colpito Salvia. I sospetti degli investigatori si concentrano su un cinquantenne, la quale posizione si sta attualmente valutando.
In base a quanto ricostruito finora, Salvia, insieme ad un gruppo di amici, si sarebbe recato in via Cimabue per “discutere” del danneggiamento di una Fiat Uno, avvenuto a maggio. Ad andare a fuoco era stata un’auto parcheggiata vicino casa sua, intestata ad un 54enne. Un episodio, quello avvenuto in via Petrocelli, dove si trovano le case popolari del paese, da cui sarebbe partita l’escalation di liti tra i due gruppi rivali. Anche ieri sera si era verificata l’ennesima discussione e una delle famiglie aveva annunciato vendetta.