CATANIA – Telecamera in mano e passeggiata in via Etnea: il giorno dopo il voto. Nelle segreterie politiche ci sono atmosfere divise, tra chi esulta e festeggia il trionfo e la delusione degli esclusi e dei “trombati”. Spaccatura che si ripete anche tra la gente. Si storce il muso davanti all’obiettivo alla domanda: “E’ soddisfatto del risultato elettorale?” E i pochi (molto pochi) che rispondono: si assiste al riflesso speculare dei dati e dei grafici che tutti i media nazionali e locali hanno martellato per una interminabile diretta che ha accompagnato lo scrutinio.
Il vero vincitore è Beppe Grillo, il comico che a dispetto di qualsiasi “piazzafobia” ha attratto come calamita folle da stadio. Il Movimento 5 Stelle ha azzeccato il nome del tour, tsunami potente da disintegrare e piegare i partiti storici, radicati e nazionali. “Io ci metto anche la faccia: ho votato Grillo”. C’è anche orgoglio nell’aver scelto di dare la propria fiducia agli attivisti, ai cosiddetti portavoce dei cittadini.
Oltre ai bocciati e ai promossi, però, c’è da tenere in considerazione la composizione dei seggi in Camera e Senato. Una maggioranza risicata: un cambio di casacca ed è crisi. “Ora bisogna vedere cosa succede – commenta lucidamente una giovane donna – secondo me il problema sarà legiferare, non si metteranno mai d’accordo”. Un rischio concreto, che potrà essere evitato solo dal dialogo tra i leader dei partiti.
L’altra faccia del voto: è il partito che ha superato il 30% a Catania e provincia e cioè l’astensionismo. “Non ho votato nessuno, perché nessuno se lo merita”. Il commento di un anziano signore riassume tutta la distanza che si è creata tra politica , istituzioni e cittadini.