PALERMO – “L’ennesima emergenza in Sicilia determinata dalla carente dotazione impiantistica per il trattamento dei rifiuti questa volta tocca i territori della provincia di Palermo. Nulla di nuovo, un ulteriore triste ritratto di territori sotto i rifiuti, conseguenza di un ventennale ritardo nella programmazione regionale sul tema della infrastrutturazione impiantistica per il trattamento. Non si può penalizzare la Rap e la città di Palermo, questo comporterebbe la immediata mobilitazione dei lavoratori”. Ad affermarlo è Dionisio Giordano segretario generale Fit Cisl Sicilia.
“La settima vasca di Bellolampo doveva già essere in funzione, oggi i rifiuti di Palermo entrano a Bellolampo grazie ad una ordinanza del sindaco Lagalla. E ricordiamo che per due anni la Rap è stata costretta a conferire nelle discariche catanesi con costi esorbitanti a carico dell’azienda e dei cittadini palermitani e con l’ulteriore doppio effetto negativo, ambientale per i viaggi dei rifiuti da Palermo e Catania, e di saturazione rapida delle discariche catanesi, in danno ai territori della Sicilia orientale”.
Giordano aggiunge “basta con le resistenze ideologiche al tema del recupero energetico dai rifiuti. E’ una previsione della cosiddetta ‘economia circolare’ incrementare la raccolta differenziata finalizzata al recupero di materie, quindi il riuso, ed anche individuare proprio nel recupero energetico e in piccola parte persino nel conferimento in discarica, le giuste modalità di trattamento del rifiuto”. La Fit Cisl dice “si alla solidarietà tra diversi stakeholders imprenditoriali ed istituzionali finalizzata ad evitare che interi comuni del territorio regionale vadano in sofferenza igienico-sanitaria, è doverosa. Altrettanto doveroso è conservare memoria delle criticità, per non ricadere negli stessi errori”.
E si rivolge alla Regione “non ripeta quindi il governo Schifani gli errori del passato recente e remoto, bisogna fare gli impianti subito, snellire le procedure autorizzative, costruire un percorso costante di confronto con le parti sociali. I costi aggiuntivi per l’assenza di impianti ricadono sui comuni che com’è noto sono già in grandi difficoltà economico-finanziaria. I comuni o li ribaltano sulla TARI a carico dei cittadini o li fanno ricadere sui soggetti gestori dei servizi e quindi sui lavoratori”.
La Fit Cisl conclude “È arrivato il momento di progettare una visione sistemica del ciclo integrato dei rifiuti siciliano, il neo assessore regionale Di Mauro ha una grande occasione, segnare la svolta, non ci si induca a mobilitare i lavoratori per stimolare l’urgenza di un confronto sindacale che non è assolutamente procrastinabile”.